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Oggi, primo dicembre, inizia il tempo dell'Avvento, il periodo dell'anno liturgico che ci prepara al Natale.

 

“Il tempo liturgico dell'Avvento celebra la venuta di Dio, nei suoi due momenti: dapprima ci invita a risvegliare l'attesa del ritorno glorioso di Cristo; quindi, avvicinandosi il Natale, ci chiama ad accogliere il Verbo fatto uomo per la nostra salvezza.”, ci ricorda Benedetto XVI.

La festività del Natale, come ogni anno, è annunciata già da alcune settimane dagli addobbi delle strade e delle vetrine, richiamando il nostro vissuto di momenti di gioia e di festa.

Il Natale dei dolci fatti in casa, dei regali sotto l'albero, delle grandi tavolate, del profumo di infanzia, rievoca in grandi e piccini ricordi di momenti felici.

Il mondo sembra elevare un inno alla felicita ad oltranza, allo sfarzo, all’allegria, tutto sembra essere avvolto da una festa quasi obbligatoria.

Nel cuore di ognuno echeggia il desiderio di felicità, o è solo una mera parvenza, quasi una chimera irraggiungibile?

Che cos'è la felicità?

La felicità, è da sempre un argomento di discussione, molto appassionante, e tanti scrittori, filosofi e scienziati, ci hanno lasciato, il loro particolare punto di vista.

Per molti, equivale a qualcosa di irraggiungibile, per altri non esiste, se non per piccoli attimi, della nostra esistenza.

In realtà, chi non è alla ricerca della felicità?

Ognuno può dare la propria risposta, e custodirla nel proprio cuore.

Hermann Hesse, uno dei maggiori scrittori tedeschi, del XX secolo, ha dedicato una poesia alla felicità:

“Fin quando, dai la caccia alla felicità,

non sei maturo, per essere felice,

anche se quello che più ami, è già tuo.

Fin quando ti lamenti del perduto,

ed hai solo mete, e nessuna quiete,

non conosci ancora, cos’è pace.

Solo quando rinunci, ad ogni desiderio,

e non conosci né meta, né brama,

e non chiami per nome la felicità,

allora le onde dell’accadere, non ti raggiungono più,

e il tuo cuore, e la tua anima, hanno pace.”

Questi versi di Hermann Hesse hanno un valore universale.

“Solo quando rinunci, ad ogni desiderio... il tuo cuore, e la tua anima, hanno pace.”

Con questa pace interiore possiamo rivolgere lo sguardo agli ultimi, a chi soffre, a chi è solo, a coloro i quali il Natale rattrista il cuore. Non possiamo ignorarli, sono il nostro prossimo con il quale condividere la magia del Natale.

Allora, e solo allora, potremo gridare al mondo la felicità di accogliere la nascita di Gesù.

 

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