Si avvicina ormai l’atto conclusivo il Giubileo Oronziano che la cittadina di Turi ha vissuto, con impareggiabile entusiasmo, durante tutto questo 2018.
Domani 21 Ottobre i fedeli del comune dell’entroterra barese si renderanno protagonisti di un devoto pellegrinaggio, sotto la guida dell’arciprete don Giovanni Amodio, il cui zelo, unito all’intraprendenza dei suoi collaboratori, ha permesso il ritorno in Puglia, durante il mese di agosto, dell’insigne reliquia del nostro patrono dalla Croazia. La prima tappa dell’itinerario di preghiera si condenserà nella visita al santuario di Sant’Oronzo fuori le mura a Lecce (riaperto al culto dopo un lungo periodo di restauro) che sorge lì dove la tradizione ha sempre indicato il preciso luogo del martirio del protovescovo salentino. Ad accogliere i pellegrini ci sarà lo stesso mons. Seccia che presiederà una concelebrazione eucaristica.
Si farà poi tappa a Parabita, nel territorio della diocesi di Nardò-Gallipoli, prima di dirigersi verso Ostuni, dove la peregrinatio raggiungerà la sua meta finale nella Sacra Grotta dei Colli e sotto la celebre statua che, dall’alto del Monte Morrone, domina la vallata degli ulivi.
Questo cammino di Sant’Oronzo che i devoti turesi si apprestano a compiere ha una valenza spirituale altissima non solo perché unirà idealmente tre luoghi davvero significativi per l’agiografia ed il culto del grande martire appulo ma anche perché avrà il merito di rappresentare, in maniera tangibile, l’abbraccio di tre Chiese che si riconoscono sorelle per essere state generate alla fede cristiana dal medesimo padre.
La genealogia celeste di turesi, leccesi ed ostunesi infatti non può che rimontare, nel suo sommo e più remoto vertice, all’eroica figura di Oronzo. E se la terra di Lecce ebbe l’onore di restare intrisa del suo sangue, Turi ed Ostuni risultano altresì benedette perché impregnate dai sudori apostolici quanto dalla preghiera del nostro santo.
Dunque, quanto avverrà a Turi domenica 28 Ottobre, allorquando mons. Giuseppe Favale, vescovo di Conversano-Monopoli, chiuderà la porta santa, segnerà sì la consegna del Giubileo Oronziano alle pagine della storia locale ma si spera tuttavia che tale evento più che un epilogo sia davvero un luminoso principio. L’inizio di una nuova stagione di studi, approfondimenti e ricerche sul patrono, l’inizio soprattutto di una rinnovata e profonda identità cristiana pugliese.