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L’anno che ci lasciamo alle spalle è stato unico e, per certi versi, irripetibile. L’evento sicuramente più significativo, per la sua drammaticità, è stato certamente costituito dallo scoppio della guerra, tra Russia e Ucraina, nel cuore della vecchia Europa, a seguito dell’invasione della prima a danno della seconda.

 

 

 

Sfido chiunque ad affermare che un evento del genere si potesse anche solo immaginare, dopo 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, nel nostro continente, orientato, sembrava, verso una pace ed una prosperità perenni. Eppure è successo ed ancora oggi non se ne vede la fine, nonostante le migliaia di morti, da ambo le parti, feriti, sfollati, distruzioni e danni economico-sociali incalcolabili.

Quale Natale si può immaginare per i popoli in guerra? Guardando al versante interno, registriamo ancora gli esiti della pandemia, forse trasformatasi in endemia, che continua a diffondere infezione e, in molti casi, la morte.

Per non parlare delle enormi difficoltà economiche che attanagliano il Paese, a seguito dell’aumento sconsiderato dei prezzi delle fonti energetiche, dovuto alle nuove modalità di un conflitto che va ben oltre il campo di battaglia, andando a colpire centri abitati da civili inermi e centrali elettriche, anche a produzione nucleare.

In più, come se non bastasse, il ricatto russo di bloccare l’invio di gas all’Europa, infischiandosene di ogni contratto in essere e stravolgendo qualsiasi accordo internazionale.

Né si può trascurare che l’Italia, a seguito delle elezioni politiche del 25 settembre, ha dato, per la prima volta dall’istituzione della Repubblica, alla Destra la possibilità di governare il Paese, secondo la legge dell’alternanza che caratterizza ogni autentica democrazia, cioè “la possibilità di cambiare chi comanda, senza spargimenti di sangue”, come sostiene K. Popper, ne “La società aperta e i suoi nemici” (1946).

L’ultimo scandalo finanziario che ha coinvolto i vertici ed alcuni componenti del Parlamento Europeo, in un momento in cui l’Europa stava faticosamente tentando di creare unità e sincera collaborazione tra i Paesi membri, anche per tentare di creare una barriera agli orrori del conflitto russo/ucraino, sostenendo decisamente quest’ultimo Paese, rischia di gettarci nello scoramento più profondo.

Ebbene in questa situazione che sembra averci precipitato e costretto in un lungo tunnel nero, s’intravvede, al fondo, una luce tenue, ma perenne, quella che guidò i pastori prima e i Magi, poi, verso la Grotta di Betlemme.

In ogni epoca della storia ci sono state luci ed ombre e queste ultime hanno, spesso, sembrato prevalere. Ma la storia della salvezza ci offre la serenità che proviene da un neonato, che è speciale ed unico, perché figlio di un Dio che ha voluto conoscere la nostra stessa natura umana.

Guardando a Lui dovremo riuscire a far crescere la speranza, nonostante tutto. Perché la nostra fede ci offre una grande certezza: Lui non ci abbandonerà mai. Nonostante tutto!

 

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