Elon Musk, il noto imprenditore americano, che ci ha abituato ad una serie di stravaganze, starebbe sostenendo un progetto di ricerca, che avrà notevoli ricadute commerciali, che punta a far dialogare il cervello umano con il computer.
Tramite sensori, impiantati nel cervello, si stanno realizzando delle interfacce che catturano le onde cerebrali e, tramite l’AI (Intelligenza Artificiale) le trasmettono al computer.
Un chip, delle dimensioni di un bottone, raccogliendo e amplificando i segnali dei neuroni, dovrebbe trasmetterli all’esterno.
E qui emergono subito enormi problemi, che andranno risolti. Ad esempio tutta la dimensione che riguarda la privacy dei cittadini, ma anche la possibilità di manipolazione , esercitata dalle aziende, come anche dalla politica, che potrebbe gravemente influenzare la libertà dei cittadini.
I problemi dal punto di vista giuridico-legale emergono in tutta la loro evidenza, rischiando di annullate secoli di tradizioni comportamentali ed istituzionali.
Se si pensa alle frequenti profilazioni presenti all’interno dei social network ed alle quali tutti siamo, più o meno consapevolmente, sottoposti, ci rendiamo conto della velocità con la quale queste mutazioni stanno caratterizzando il nostro tempo.
Tramite Internet si va ben oltre la raccolta e l’utilizzo dei dati degli utilizzatori, per sfruttare il cosiddetto “surplus comportamentale” e si finisce per indagare su posizione, età, professione, stili di vita, preferenze, cosicchè si finisce per condizionare le loro scelte.
Gli algoritmi di AI utilizzati, consentono alle aziende di anticipare le scelte dei consumatori e di orientarli verso gli acquisti dei prodotti più redditizi per le aziende stesse.
Sul piano politico la profilazione comportamentale costituisce uno strumento al quale si fa sempre più spesso ricorso nelle campagne elettorali.
Combinando questi dati con la psicometria (lo studio quantitativo del comportamento umano) , ad esempio, sono stati elaborati i dati degli utenti di Facebook per identificare la loro personalità e preparare messaggi determinati dalle loro debolezze o paure.
Attraverso queste modalità, sembra si siano svolte le campagne a favore di Trump, nelle presidenziali del 2016 e quelle a favore della brexit nel referendum britannico dello stesso anno.
Sembra giunto il momento di elaborare un nuovo diritto internazionale, per tutelare la privacy mentale e neurale degli individui.
Si deve tutelare la “libertà cognitiva”, la libertà del pensiero e il diritto all’autodeterminazione.
Nel frattempo, una azienda globale come Apple ha realizzato un prodotto in grado di registrare le onde cerebrali, semplicemente inserendo dei sensori negli auricolari!!
Sarà molto più semplice estrarre informazioni dal cervello umano: e che uso se ne potrà fare, più o meno liberamente?
Emerge con chiarezza l’urgenza di tutelare la libertà degli esseri umani e la riservatezza delle loro idee.
Ma quale diritto sarà in grado di poterle garantire?
Occorrerà una nuova “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”? E quale autorità sovranazionale sarà in grado di farla universalmente rispettare? Ci attendono grandi sfide e ci auguriamo che l’umanità non ne esca sconfitta!