Come si fa a non restare allibiti di fronte alle notizie che arrivano da Manduria, dove un pensionato è stato segregato in casa e letteralmente perseguitato da un “branco “di ragazzi di “buona famiglia”?
Quel che impensierisce di più è la motivazione del loro scellerato operato data dai protagonisti: agivano e filmavano le loro bravate per passatempo!
Di fronte a tali, assurde, dichiarazioni si registra il fallimento di tutte le istituzioni fondamentali della società, ad iniziare dalla famiglia e dalla scuola.
I social conducono sempre più frequentemente gli adolescenti a perdere di vista il confine tra realtà e finzione, tra reale e virtuale.
Inoltre se, come ci riferiscono le cronache, “tutti sapevano”, ma nessuno ha parlato, ci troviamo di fronte ad una ignavia diffusa, che offusca pesantemente la solidarietà e le stesse basi del vivere comune.
È evidente, allora, che la scuola, ma anche le associazioni parrocchiali (dov’è il vecchio oratorio?) dovranno svolgere un ruolo sempre più incisivo e vicariante della funzione educativa, che sembra definitivamente scappata di mano alle famiglie.
Sarà necessario che anche gli enti locali si sentano chiamati in causa, con la realizzazione di centri di aggregazione per giovani, adeguatamente vigilati.
Certe notizie, in fondo, chiamano in causa tutti: nessuno escluso.