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“Per fatal combinazione”, verrebbe da dire, l’argomento della prima “spigolatura” coinvolge uno degli Autori del libro di cui andremo a parlare (1) che, appartenendo alla congregazione delle Suore Marcelline, ha segnato profondamente, tramite lo storico Istituto Scolastico di Lecce, l’impronta culturale di intere generazioni di giovani salentini.

Il libro, scritto a quattro mani, da uno dei più autorevoli filosofi italiani viventi, Dario Antiseri e da Suor Anna Monia Alfieri, orgogliosa e competente combattente per la libertà di scuola, pubblicato dall’editore Rubbettino, ritorna su un tema che, in verità, non ha mai appassionato il grande pubblico in Italia.

Attorno all’inizio degli anni Duemila, il dibattito era stato molto più acceso ed aveva condotto all’approvazione della Legge 62/2000, proposta dall’allora Ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, che aveva introdotto il riconoscimento della “parità” per gli Istituti Scolastici non statali, dotati di certi requisiti.

Nei diciotto anni che ci separano da allora, complice anche la grave crisi economica che, da dieci anni, attanaglia l’Italia, il numero delle scuole non statali, nel nostro Paese, è drasticamente sceso, creando, senza alcun dubbio, un grave danno per l’intero sistema scolastico e formativo italiano.

Come si sarà notato, non utilizzo, volutamente, i termini “pubblico” e “privato”, ma “statale” e “non statale”, perché, come ho ampiamente argomentato altrove (si veda il mio Scuola pubblica e privata nel mondo, Roma, 2001 e tradotto in portoghese, a Coimbra, nel 2007) non è pubblico solo ciò che è statale.

Perché allora, in Italia, non si riesce ad abbattere gli storici steccati, che continuano a difendere il monopolio dello Stato nella gestione della scuola, lasciando ad una ristretta fascia della popolazione la possibilità di iscrivere i propri figli ad una scuola statale, pagando due volte per lo stesso servizio. Una volta con la tassazione generale e, la seconda, con la retta che la scuola non statale richiede per “non morire”?

Molto interessanti sono, nel libro, i dati riportati dagli Autori, con la particolare sottolineatura che solo in Italia e in Grecia lo Stato non sostiene adeguatamente le scuole non statali.

Inoltre gli stessi fanno notare che sarebbe auspicabile non aiutare le scuole, ma i genitori, in modo da consentire loro, tramite strumenti come il “buono scuola”, di scegliere la scuola che ritengono migliore per i loro figli.

Ed a chi sostiene che “i genitori non sarebbero capaci e preparati per scegliere la scuola per i propri figli”, basterebbe fare notare che a diciotto anni lo Stato considera i cittadini maturi per scegliere chi li governerà.

Per quanto l’attuale classe politica non sembra la più propizia a sostenete tali tesi, ritengo molto pertinente l’appello lanciato dagli Autori del libro in questione e, da incorreggibile ottimista qual sono, continuo a ritenere che, prima o poi, sarà presa in debita considerazione la tesi di don Luigi Sturzo, per il quale “finché in Italia la scuola non sarà libera, nemmeno gli Italiani saranno liberi”.

 

Forum Famiglie Puglia