La notizia è di quelle che riempiono di gioia non solo i devoti ma anche i cultori di storia regionale. Il santuario del Monte Morrone, luogo-simbolo della devozione oronziana ostunese, è stato riaperto al culto e vedrà la celebrazione eucaristica nella serata di ogni sabato di agosto.
La custodia del santuario e degli ambienti vicini è stata finalmente affidata dalla vicaria ai membri dell’associazione culturale Cavalcata di Sant’Oronzo che, sotto la guida del presidente Agostino Buongiorno, LEGGI QUI hanno già iniziato le opere di pulizia straordinaria e di basilare manutenzione. Un grande risultato per la Cavalcata, dopo la lodevole iniziativa che ha portato al restauro dell’antica statua del patrono, terminato nello scorso mese di giugno. LEGGI QUI
Quello che viene considerato il “Sacro Monte” di Ostuni, con l’annessa strada dei colli, il santuario di campagna e la monumentale scalinata che conduce all’edicola del fonte miracoloso è, senza dubbio, una delle località più belle dell’intera regione. Dalla cima del Morrone infatti è possibile ammirare l’incantevole scenario paesaggistico della piana degli ulivi. Un sito, oltre che meraviglioso, anche estremamente significativo per l’agiografia oronziana. Stando infatti alla tradizione locale, i Santi Oronzo e Giusto ripararono ad Ostuni, dopo la cacciata da Lecce, facendo della grotta presente sul monte ed ancora oggi visibile all’interno del santuario, il loro rifugio. Inoltre, su quei colli, il primo vescovo salentino, come un nuovo Mosè, avrebbe fatto sgorgare dalle rocce una sorgente attraverso la quale, tra il XVII e gli inizi del XX sec., avvennero numerosi prodigi, come ricordato dal prof. Dino Ciccarese nel suo bel volume Sant’Oronzo sentinella di Terra d’Otranto. LEGGI QUI
Purtroppo, negli ultimi decenni, l’intera area del monte era andata incontro ad uno spiacevole destino. Soprattutto il santuario ostunese, piuttosto isolato dal contesto cittadino, aveva per certi versi condiviso la medesima sorte del suo gemello leccese, il santuario di Sant’Oronzo fuori le mura. Mortificato dall’incuria e dalla negligenza era stato pressoché abbandonato e giaceva in una deplorevole condizione di degrado. Addirittura la scalinata e l’edicola del fonte oronziano avevano subito una serie di atti vandalici che hanno portato alla chiusura della sorgente. La speranza adesso è che, come avvenuto a Lecce per la chiesa extraurbana, anche ad Ostuni si possa pienamente recuperare e condurre a nuova vita un luogo sacro tanto carico di storia e così rilevante per la devozione e lo studio della figura di Oronzo.