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Maestoso ed imponente. È il Sant’Oronzo di Marcella Donno che, da oggi, sarà custodito all’interno del salone dell’episcopio.

 

 

L’opera, realizzata in cartapesta ed alta circa tre metri, è stata infatti donata stamattina, grazie all’interessamento del presidente del Centro Studi Rudiae, l’avvocato Giovanni Castoro, a mons. Michele Seccia e, idealmente, a tutti i fedeli dell’arcidiocesi. Un regalo, senza dubbio, stupendo vista la luminosa bellezza della scultura.

La Donno, artista leccese formatasi tra le storiche botteghe dei fratelli Gallucci e dei fratelli Malecore, oggi attiva con un proprio laboratorio nel centro cittadino, è nota per aver curato il restauro di diversi capolavori in cartapesta risalenti ad inizio XX sec.

Per il suo Sant’Oronzo si è ispirata alla celebre statua argentea ottocentesca di Antonio Maccagnani, visibile in cattedrale nei giorni dell’Undena, ma non solo. Il simulacro modellato dalla Donno raffigura il protomartire pugliese in una posa alquanto ieratica e adorno dei tradizionali paludamenti sacri episcopali di foggia tridentina. La testa coronata da un’alta mitria, l’ampio piviale che si schiude mostrando il camice e facendo intravedere la stola, conferiscono all’immagine un aspetto slanciato ed austero. Un’opera insomma che arricchisce il patrimonio iconografico dedicato al santo leccese che tanto sta caratterizzando la tangibile rinascita del culto oronziano, a livello regionale, in corso negli ultimi anni.  

 

 

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