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Presso l'Ebraismo antico, la legge biblica prevista dal Levitico disponeva che ogni cinque decenni si celebrasse un anno di festa con l'astensione dal lavoro agricolo, l'affrancamento degli schiavi, la remissione dei debiti e la restituzione agli israeliti della terra dei loro padri, eventualmente venduta o persa cadendo in schiavitù.

 

 

 

Il Giubileo, perciò rappresentava un vero e proprio momento di gioia e restituiva l'uguaglianza tra tutti i membri del popolo. Il suo annuncio veniva dato il primo giorno del primo mese dell'anno civile da parte dei sacerdoti del tempio, mediante il caratteristico suono prodotto soffiando in un corno vuoto di montone. Nel pensiero cristiano, questo Giubileo dell'Antico Testamento trova la sua piena realizzazione nella nuova alleanza, dove però l'originale significato sociale e giuridico della cerimonia ebraica viene trasfigurato nel suo più autentico valore spirituale. Nei Vangeli, infatti, è Cristo che si presenta come Colui che conduce a compimento la festa arcaica. Nel Cattolicesimo, dunque, il Giubileo è un anno di grazia, un tempo di remissione dei peccati, di riconciliazione con il cielo, di penitenza e conversione, di salvezza e di miracolo.

Accanto ai Giubilei universali della Chiesa Cattolica, la Santa Sede può anche autorizzare la celebrazione di un tempo giubilare a livello locale in occasione di anniversari particolarmente significativi. È quanto avvenuto nei giorni scorsi per l'arcidiocesi di Lecce, con l'assenso da parte della Penitenzeria Apostolica al Giubileo Oronziano, richiesto alla Santa Sede dall’arcivescovo Michele Seccia, per quello che viene considerato dalla tradizione l'anno del bimillenario della nascita del martire patrono del Salento.

Tuttavia, non c'è Giubileo senza l'apertura di una Porta Santa. Gesto sacro quanto solenne capace di mostrare, in maniera tangibile, lo spalancarsi sulla terra di un varco celeste, lo schiudersi di un passaggio sovrannaturale da attraversare. In città, le Porte Sante prescelte per la celebrazione giubilare sono due. Quella del Santuario di Sant’Oronzo fuori le mura - il luogo in cui, secondo la tradizione, il primo vescovo del Lecce venne decapitato - che sarà aperta la sera del 25 agosto (i primi ad attraversarla con l'arcivescovo saranno i giovani della diocesi in pellegrinaggio, chiamati ad essere gli eredi di Oronzo, i suoi pronipoti desiderosi di raccoglierne il testimone) e quella della cattedrale che verrà schiusa il 26 agosto, giorno in cui il Giubileo Oronziano Leccese sarà ufficialmente proclamato.    

 

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