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Il conferimento del ministero del catechista per la prima volta, ad opera del Papa con atto liturgico in San Pietro domenica prossima, apre a rinnovati scenari circa la stabilità di una figura laicale antica ma cresciuta enormemente dopo il Concilio Vaticano II.

 

 

 

Anche l’Ufficio catechistico diocesano di Lecce, si troverà ad affrontare percorsi spesso inesplorati di formazione e di legittimazione di un ministero di fatto, di natura simbolica e orientativa innegabile.

Un ripensamento della ministerialità nella Chiesa era stato già delineato a partire dall’Evangelii gaudium. “La pluriministerialità è un fatto innegabile, irreversibile, impegnativo” (A. Borras, G. Routhier): ministeri laicali non legati al sacramento dell’ordine, ma fondati sul battesimo e per questo rivolti a tutti i fedeli idonei.

Oggi, unitamente ai nuovi ministeri istituiti per l’accolitato e il lettorato, la nuova stagione della Chiesa si avvia a prassi ecclesiali non più consolidate.

L’apporto offerto dai laici, uomini e donne, è cresciuto a dismisura in tutti i continenti con una formazione sempre più approfondita e diversificata. E la figura del catechista assume, in particolare, tratti inediti con nuove responsabilità e maggiore autonomia.

C’è da dire che la figura prevalente del catechista è femminile. Sicuramente, quindi, il nuovo ministero potrà favorire un maggiore riconoscimento all’apporto delle donne alla catechesi, esercitato da tanto tempo con impegno e fervore evangelico.

 

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