Cento anni fa, il 13 Settembre 1918, mentre la Grande Guerra si avviava alla sua conclusione e non c’era paese della Puglia in cui non si piangessero caduti, in una casa di via Antonio Galateo, in pieno centro storico, nasceva Ugo Francesco De Blasi.
Il bambino avrebbe poi ricevuto il battesimo, appena quattro giorni dopo, al fonte della chiesa di San Giovanni Battista al Rosario, da poco tempo elevata a parrocchia. Questo legame, misterioso ma tangibile, tra il futuro don Ugo e la futura basilica pontificia (il titolo venne conferito solo nel 1948 da parte di Pio XII) non può non affascinare. Infatti, nel medesimo luogo dove venne bagnato dall’acqua sacramentale, il servo di Dio avrebbe scritto anche le più belle pagine della propria vita di sacerdote. In quel tempio, costruito dallo Zimbalo per i Domenicani, don Ugo si trovò dapprima alla guida dell’associazione giovanile “Mons. Zola”, poi a fare da assistente diocesano della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, ne divenne in seguito parroco per circa un decennio e addirittura vi morì, mentre pregava il rosario ai piedi di quegli altari barocchi. È naturale dunque che il sepolcro di mons. De Blasi sia custodito nella chiesa-simbolo del suo ministero di pastore e lì venga visitato, ogni giorno, da devoti che, con grande affetto, ancora lo ricordano o da ignari turisti che, imbattendosi nella sua figura, non mancano di dedicargli qualche pensiero sull’apposito registro.
Ecco, considerato in una visione d’insieme, il rapporto profondo tra don Ugo e la Basilica del Rosario sembra esprimere appieno un aspetto fondamentale del Servo di Dio: la sua “leccesità”. Un’icona di mons. De Blasi non sarebbe autentica se si tralasciasse il suo amore intensissimo per la Chiesa e la terra di Lecce. Un amore che, nel suo essere perenne verso le realtà celesti, verso l’Eucarestia, la Vergine, i Santi Patroni, raggiungeva poi i fedeli che venivano al suo confessionale, i seminaristi che guidava nella loro formazione, i vescovi che vide succedersi, e si estendeva infine ad abbracciare le strade, le pietre, le usanze di questa nostra città. Don Ugo amava cenare con una buona frisella al pomodoro, amava ascoltare le preghiere degli anziani in vernacolo… Si potrebbe dire, scherzando, che con lui il Paradiso stesso diventava leccese e questo bastava a smentire l’idea di un mons. De Blasi arcigno, sebbene tale potesse essere a volte la prima impressione in quanti lo accostavano.
Per celebrare dunque la bella ricorrenza del centenario della nascita, l’Arcidiocesi di Lecce e il Comitato di postulazione della causa del Servo di Dio hanno tenuto ad organizzare un importante appuntamento. Giovedì 13 Settembre, nella Basilica del Rosario, alle ore 18, mons. Fernando Filograna, vescovo di Nardò-Gallipoli, offrirà una memoria di don Ugo, illustrandone il profilo spirituale. A seguire è prevista una concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Michele Seccia.