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La Russia fa scounting di guerra in Transnistria e a Chisinau, capitale della Moldavia. Gli arruolatori del Cremlino sono in azione.

 

 

 

A svelarlo è un articolo di Avvenire firmato dall’inviato di guerra Nello Scavo che ripercorre le modalità attraverso le quali gli emissari di Mosca cercano unità da inquadrare nelle forze militari russe. Lo fanno attraverso messaggi privati sui cellulari e volantini diffusi clandestinamente: così i reclutatori di Putin battono la Transnistria e Chisinau alla stregua di riserve di caccia.

Proprio a Chisinau, da oltre vent’anni la Chiesa di Lecce è presente attraverso l’opera missionaria e il ministero presbiterale di don Cesare Lodeserto, vicario generale della diocesi moldava e presidente della Fondazione Regina Pacis, in prima linea sul fronte dell’accoglienza e dell’aiuto verso gli ultimi e i poveri.

Secondo quello che racconta Scavo, il passaparola dei reclutatori scorre sulle chat per soli adepti della causa moscovita. Oppure di mano in mano con volantini stampati alla buona e ben ripiegati nelle tasche di gente fidata. Si cercano volontari a stipendio fisso per rinforzare i 1.500 uomini delle truppe russe in Transnistria: artiglieri, cecchini, incursori, esperti in mimetizzazione e sabotaggi. Forze fresche da tenere con il binocolo puntato sull’Ucraina e il mirino contro la Moldavia.

Lo scenario è da brividi e la povertà del Paese (per i 2,5 milioni di abitanti moldavi con il reddito più basso d’Europa lo stipendio mensile medio non arriva a 430 euro) potrebbe essere il terreno fertile dove assoldare i militari dell’ultima ora per sostenere la guerra di invasione e di morte avviata dal Cremlino. 

La Moldavia attraversa una crisi pesante, con l’economia messa aggravata ulteriormente dal conflitto e dal sostentamento di mezzo milione di profughi ucraini arrivati dopo l’avvio dei bombardamenti. E con l’autunno alle porte non potrà che andare peggio. La tariffa del gas è salita fino a 1.424 euro per 1.000 metri cubi, dai 628 di gennaio. Il mestiere delle armi, con divisa e “zeta” in bella vista, vorrebbe sedurre specialmente quella parte di popolazione maschile moldava rimasta senza un lavoro remunerativo e che non ha smesso di votare per l’opposizione filorussa. Nello specifico, mette in evidenza Scavo, che in questi giorni si trova proprio a Chisinau, viene promessa una paga a partire da 35.000 rubli russi (550 euro), un alloggio in Transnistria dopo cinque anni di servizio militare, tre pasti al giorno e pacchi alimentari aggiuntivi, abbigliamento, assistenza medica gratuita, possibilità di pensionamento dopo 20 anni e avanzamento di carriera.

 

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