Martedì 6 dicembre rimarrà per sempre una data importante per il Dea di Lecce, il Dipartimento di emergenza e accettazione del “V. Fazzi’ nato per accogliere i reparti ospedalieri ad alta complessità di cure e che durante l'emergenza Covid-19, è stato riorganizzato in ospedale Covid.
Ora che a riacquistato le sue funzioni, nel giorno della festa di San Nicola, alle 11, al Dea, il commissario straordinario della Asl di Lecce, Stefano Rossi e i dirigenti dell’ospedale accoglieranno l’arcivescovo Michele Seccia il quale presiederà la prima celebrazione eucaristica nella nuova cappella ospedaliera intitolata Beata Vergine della Medaglia miracolosa. Durante la messa, l’arcivescovo procederà alla consacrazione della piccola chiesa di recente realizzazione.
“Avviene in una giornata dedicata a un santo conosciuto come benefattore e protettore soprattutto dei bambini, San Nicola - è il commento di don Gianni Mattia, il cappellano del ‘Fazzi’ -. E questa data è emblematica per lo scopo di questa cappella e per ciò che porterà molti a raccogliersi in essa”.
“Gli ospedali - prosegue don Gianni - sono luoghi dove il silenzio sovrasta i rumori, le urla e il dolore; ma quel silenzio è come un martello che ci batte nella testa senza darci riparo e riposo. Un silenzio nel quale ci perdiamo e ci sentiamo smarriti. La cappella vuole essere una dimora, quando non ci sentiamo al sicuro da nessuna parte, quando le nostre preghiere ci sembrano sbattute dalle intemperie. In essa il silenzio ritrova la sua dimensione di dialogo con Dio e con se stessi, un luogo di pace dove confidare al Padre il nostro bene più profondo e a lui affidarci”.
“La Beata Vergine della Medaglia miracolosa - conclude il cappellano -, quando apparve per la prima volta, stringeva all'altezza del cuore il mondo in segno di protezione. Essa ci porta nel suo cuore e ci protegge, se a essa ci affidiamo con fiducia. Che tra le sue braccia il nostro cuore possa ritrovare la pace e la salvezza e i cari per i quali preghiamo, ricevere la benedizione della Madonna e la sua carezza di madre”.