Ad un anno dall’invasione russa di uno Stato indipendente, l’Ucraina, la presidenza della Conferenza episcopale italiana, in una nota diffusa ieri torna a ripetere il suo “‘no’ deciso a tutte le forme di violenza e di sopraffazione, il nostro ‘mai più’ alla guerra. Per questo, invitiamo le comunità ecclesiali ad unirsi in preghiera per invocare il dono della pace nel mondo”.
“In Ucraina - si legge nella nota -, così come in tanti (troppi) angoli della terra risuona infatti l’assordante rumore delle armi che soffoca gli aneliti di speranza e di sviluppo, causando sofferenza, morte e distruzione e negando alle popolazioni ogni possibilità di futuro”.
“Sentiamo come attuale l’appello lanciato sessant’anni fa da San Giovanni XXIII nell’Enciclica Pacem in terris: ‘Al criterio della pace che si regge sull’equilibrio degli armamenti, si sostituisca il principio che la vera pace si può ricostruire nella vicendevole fiducia’ (n. 39)”. “Se da una parte è urgente un’azione diplomatica capace di spezzare la sterile logica della contrapposizione, dall’altra tutti i credenti devono sentirsi coinvolti nella costruzione di un mondo pacificato, giusto e solidale.
Aderendo all’iniziativa del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa, la presidenza della Cei invita “a celebrare venerdì 10 marzo una santa messa per le vittime della guerra in Ucraina e per la pace in questo Paese. Sarà un’occasione per rinnovare la nostra vicinanza alla popolazione e per affidare al Signore il nostro desiderio di pace. Chiedere la conversione del cuore, affinché si costruisca una rinnovata cultura di pace, sarà il modo in cui porteremo nel mondo quei germogli della Pasqua a cui ci prepariamo”.
All’iniziativa si unisce anche l’arcivescovo Michele Seccia il quale invita tutti i sacerdoti ad unirsi alla proposta dei vescovi italiani: “il 10 marzo prossimo ogni sacerdote e ogni comunità parrocchiale o religiosa della diocesi preghino durante la messa del giorno per le vittime della guerra in Ucraina e di tutti i conflitti sparsi nel mondo e invochino il Principe della pace affinché tacciano le armi e torni al più presto a regnare la pace attraverso efficaci azioni di dialogo tra le parti coinvolte. Mi affido soprattutto alla premura dei parroci affinché sollecitino i fedeli alla partecipazione all’eucarestia e alla preghiera di suffragio nel terzo venerdì di Quaresima”.