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Anche il vescovo di Chisinau, mons. Anton Cosa sta svolgendo la "visita pastorale" nella sua diocesi, accompagnato in tutte le parrocchie da don Cesare Lodeserto, che svolge il ministero di vicario generale ed anche responsabile delle attività dei convisitatori.

 

 

Ma la straordinarietà di questi giorni consiste nel fatto che in questi giorni la Visita si sta svolgendo nel territorio della Transnistria ed a pochi chilometri dai territori dove si svolge il conflitto tra Russia ed Ucraina. È ben noto, infatti, che la Transnistria è attualmente occupata dalle forze militari russe, ritenute dalla Moldavia una forza di occupazione.

Nella Transnistria sono presenti ben sei parrocchie cattoliche, appartenenti alla diocesi di Chisinau, le quali geograficamente sono isolate e separate da una frontiera non facile e molto diffidente. Anche il vescovo e lo stesso don Cesare per accedervi tutte le volte devono fare richiesta di un lasciapassare che viene valutato e rilasciato per il tempo necessario. Sabato scorso 11 marzo è iniziata la Visita Pastorale in queste parrocchie e durerà per tutto il mese di marzo ed anche dopo la Pasqua. È una visita delicata e che richiede prudenza, ma necessaria per essere vicini al clero presente ed ai fedeli. Le liturgie ed i colloqui sono tutti in lingua russa.

In questi tempi di incertezza per il futuro, il territorio della Transnistria rappresenta la parte più complessa e che potrebbe anche essere il motivo dell'allargamento del conflitto verso la Moldavia. Non dimentichiamo che in questo territorio, che si ritiene uno Stato autonomo, ma non è riconosciuto da nessun altro Paese del mondo, è fermo il più grande deposito di armi in Europa (ventiseimila tonnellate), che la Russia considera sua proprietà e difende con una presenza di millecinquecento suoi soldati. Una vera polveriera che potrebbe esplodere in qualsiasi momento. In questi giorni le forze ucraine hanno iniziato a tracciare lungo il confine con il territorio delle Transnistria una trincea. Altro messaggio che non lascia presagire nulla di buono.

In questo contesto difficile e chiaramente sofferente, il vescovo di Chisinau visita le parrocchie, incontra i fedeli e presiede le liturgie, portando sempre una parola di speranza.

"La presenza del Vescovo e le attività della visita pastorale - ha detto don Cesare - sono un annuncio di speranza per questo popolo e soprattutto per i cattolici, che vivono con ansia questa condizione di separazione ed anche minoranza. Le parrocchie sono spesso in difficoltà per gli approvvigionamenti ed anche per l'espressione della libertà, spesso negata o anche pagata con qualche sofferenza, come è già avvenuto".

"Nonostante il respiro della guerra - conclude il missionario leccese - non è stata sospesa la visita pastorale ed anche con la consapevolezza di correre dei rischi. Ma anche questo fa parte della missione, da vivere accanto ad un popolo che soffre, ma che continua a pregare per la pace".

 

 

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