È stato il cardinale Lazzaro You Heung-sik, prefetto del Dicastero per il clero, ad aprire ieri la conferenza stampa per la presentazione del messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale delle vocazioni (LEGGI IL TESTO INTEGRALE).
Il porporato ha auspicato la necessità che, nella diversità e varietà dei suoi carismi, la comunità cristiana diventi "un luogo accogliente e ospitale, che non esclude mai, che non ostacola la fantasia dello Spirito, ma che aiuta tutti a scoprire la propria vocazione. Un compito - ha precisato - che richiede l’impegno dei laici e dei pastori". Il capo dicastero ha sottolineato l'esigenza, oggi più che mai, di una "Chiesa che accompagna, che tiene per mano, che si fa vicina al cammino di ogni persona". Alla domanda di un giornalista su come sia cambiata la figura del sacerdote con Papa Francesco, il cardinale risponde semplicemente ricordando la visita del Papa in Corea, nel suo Paese: là ebbe modo di osservare da vicino la 'normalità' del prete incarnata dalla figura di Bergoglio: un modello di sacerdote che non crea disagio, lascia intendere il cardinale Lazzaro You.
Asia, Africa, Brasile e Centro America: sono questi “i luoghi dove crescono le vocazioni”, ha reso noto mons. Andres Gabriel Ferrada Moreira, segretario del Dicastero per il clero, rispondendo alle domande dei giornalisti. “Dove c’è una Chiesa che prega, dove c’è una famiglia che prega, il Signore concederà questa e tutte le altre vocazioni”, ha assicurato il relatore.
“Non abbiamo statistiche estremamente precise, però abbiamo una percezione effettiva dalle visite ad limina delle conferenze episcopali”, ha precisato mons. Simone Renna, sacerdote della Chiesa di Lecce e sottosegretario del Dicastero per il clero (LEGGI): “Sono soprattutto queste chiese giovani dove c’è una primavera della fede cristiana. Il vecchio continente, l’Europa, e altri continenti che conosciamo sono un po’ in sofferenza sotto questo aspetto. I vescovi brasiliani, ad esempio, ci hanno detto che c’è anche un fiorire di vocazione dei nativi. È bello che nelle comunità dove una volta andavano i sacerdoti missionari, adesso siano i sacerdoti nati in quelle comunità a prendersene cura. Nei nostri Paesi, la difficoltà di coltivare la pastorale giovanile in maniera adeguata ha poi dei riflessi nella pastorale delle vocazioni sacerdotali”.