Anche quest’anno gli insegnanti di religione cattolica della diocesi di Lecce hanno avuto la possibilità di confrontarsi su una tematica molto interessante: una sapienziale presentazione della Bibbia in classe, con letture bibliche in chiave antropologica, pedagogica e didattica.
Il momento formativo si è tenuto nei giorni 6 e 7 settembre scorsi nell’auditorium del Centro di pastorale e cultura “Giovanni Paolo II” di Lecce.
Un corso che ha sottolineato, ancora una volta, gli obiettivi fondamentali dell’insegnamento della religione cattolica (Irc): aiutare i bambini e le bambine, gli studenti e le studentesse a diventare “persone”, ad apprendere uno stile cognitivo “costruttivo”, a sostenere con ragionevolezza e argomentazione le conoscenze “religiose” (multiculturali), i valori cristiani del dialogo, della pace, dell’amore, del servizio e le conseguenti scelte personali, sociali e di responsabilità.
Dopo il saluto iniziale dell’arcivescovo Michele Seccia che ha sollecitato i docenti di religione a portare gli alunni a riflettere sull’importanza delle emozioni e delle relazioni per non perdere la speranza, si è riflettuto su quello che è l’analfabetismo religioso e biblico che ci si trova ad affrontare oggi, nonostante una domanda significativa che interroga la Chiesa e tutti gli insegnanti.
L’incontro è stato guidato dal direttore dell’Ufficio diocesano Irc, don Alessandro Saponaro che ha messo in risalto come nel rispetto della libertà di coscienza di ciascuno, l’ora di religione offra le risposte giuste alle tante domande di senso che i ragazzi e i giovani si pongono durante il processo di crescita.
“L’Irc aiuta lo studente a maturare la sua personalità nella dimensione religiosa - ha ribadito il direttore - in quanto permette di cogliere le implicazioni etiche della fede cristiana e le rende oggetto di riflessione in vista di scelte di vita progettuali e responsabili. Ecco la necessità di avere un nuovo approccio con il testo sacro, punto di partenza e di arrivo, ricchezza fondamentale per tutti noi”.
Il primo momento è stato caratterizzato dalla relazione sul tema: Il concetto di competenza religiosa in prospettiva pedagogico-didattica, durante la quale Fabio Mancini ha evidenziato come la competenza religiosa all’interno del lavoro del docente di religione richieda di andare oltre i comportamenti osservabili e di prestare attenzione alle caratteristiche personali del soggetto. La competenza religiosa è la ragionevolezza del pensiero.
Il prof. Michele Illiceto, il secondo giorno, nell’affrontare il tema “L’importanza di un approccio diretto ad un testo scritto”, ha invitato i docenti-corsisti presenti a tener presente la realtà attuale della società e della scuola: “Aiutiamo i nostri alunni a dialogare con sé stessi - ha detto - non possiamo far conoscere Dio se non li portiamo a conoscere l’uomo”. Ha insistito, infine, sulla necessità di leggere la Bibbia in classe, farne conoscere i contenuti.
A nome di tutti i docenti di religione, un sentito grazie agli esperti intervenuti per la disponibilità e la maestria nel comunicare ed affrontare temi che riguardano il mondo dei nostri alunni, all’arcivescovo, sempre presente agli incontri formativi e attento alle dinamiche scolastiche e don Alessandro Saponaro, che ha reso possibile un momento formativo così interessante ed arricchente.