“Lasciamoci ispirare dalla musica, ciascuno secondo la propria sensibilità, seguendo le nostre reazioni emotive e lasciamoci guidare così come accade quando si leggono i salmi “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce” in cui siamo trasportati attraverso le immagini”.
“Tutto questo fa parte della teologia della bellezza a cui ogni battezzato, credente, laico, ogni persona reagisce a ciò che vede e che sente attraverso la musica che suscita in noi pensieri, sentimenti, preghiere. Lasciamoci guidare in silenzio da queste onde musicali come fossero onde del mare, a volte travolgenti, perché il mare ci invita a rifletterci nell’acqua ma anche a vedere tutti i riflessi del creato. Non è solo una attenzione estetica ma è un partecipare attivamente e privatamente con i moti del nostro spirito che la musica educa nel silenzio e nell’ascolto, insegnandoci come ci dobbiamo approcciare alla quotidianità della nostra vita”.
Con queste riflessioni dell’arcivescovo Michele Seccia è iniziato il primo dei tre concerti nel duomo di Lecce (i prossimi martedì 3 ottobre e lunedì 9 ottobre alle ore 20), frutto della proficua collaborazione con l’arcidiocesi di Bari-Bitonto promotrice della rassegna musicale “Notti Sacre”, giunta alla 13ma edizione.
Organizzata da Vallisa Cultura con ArtWork, arcidiocesi di Lecce e Pontificio consiglio della cultura in collaborazione con Fondazione Splendor Fidei e comune di Lecce - media partner Portalecce - la rassegna musicale ha avuto un ìncipit di grande rilievo con l’appuntamento dedicato ai “Concerti per organo op.4.” di G.F. Handel eseguiti dall’orchestra barocca “Santa Teresa dei Maschi”, con all’organo Carlo Barile e la direzione di Sabino Manzo.
Il capolavoro di Handel non necessitando di uno strumento di grandi dimensioni, è stato eseguito su un organo a canne positivo (2 tastiere e pedaliera) realizzato dalla ditta organaria Francesco Zanin di Codroipo su commissione di “Notti Sacre”.
Un pubblico attento e partecipe ha riempito la navata centrale del duomo e al termine è stato eseguito come bis il Concerto per organo e archi n°3 in G min op.4.
I “Concerti per organo op.4”, scritti a Londra fra il 1735 e il 1736 e pubblicati nel 1738, I quattro concerti HWV 290-293 erano stati composti ed eseguiti come intervalli nelle rappresentazioni degli oratori Esther, Deborah e Athalia nel 1735 presso il nuovo teatro del Covent Garden, per rendere piacevole l'attesa durante gli intervalli degli oratori: qui utilizzò l'organo trasformandolo in strumento atto a brillanti fioriture amabili.
Oltre al capolavoro di Händel sono stati eseguiti di Domenico Sarro, la “Sinfonia dalla Partenope” (1722) e la “Sinfonia da Artemisia” (1731).
Nato a Trani nel 1679, Sarro fu ammesso al Conservatorio di Sant'Onofrio a Porta Capuana a Napoli e nel 1702 scrisse L'opera d'amore, rappresentata presso la confraternita della Santissima Trinità dei Pellegrini nel 1704, prese la posizione di vice maestro di cappella della corte napoletana ma con l'occupazione da parte degli austriaci perse presto questo ruolo. Si ricorda la sua collaborazione con Tomaso Albinoni nella composizione del dramma La Griselda e la sua prima opera, Candaule, re di Lidia, che vide la sua prima al Teatro dei Fiorentini. Compose un gran numero di cantate per la chiesa di San Paolo Maggiore, della quale fu maestro di cappella. Dal 1718 al 1741 si diede alla composizione principalmente di drammi per musica: tra le numerose opere serie si ricordano l'Armida al campo data durante il carnevale del 1718 al Teatro San Bartolomeo e la Didone abbandonata rappresentata nel 1724 prima messa in musica di un libretto di Pietro Metastasio. lanciando di fatto il Poeta Arcade, ed inaugurando quello che sarebbe stato tra i maggiori sodalizi letteratura-musica di ogni tempo. Morì a Napoli nel 1744.
Prossimo appuntamento con le “Notti Sacre” di Lecce martedì 3 ottobre. Saranno di scena i giovani cantori e orchestrali del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, uniti al coro Dilectamusica, per eseguire il Requiem in do minore per orchestra e coro di Cherubini, diretti dal maestro Donato Sivo; maestri del coro Luca Buzzavi e Vincenzo Damiani.
Fotogallery di Arturo Caprioli