Tra i messaggi giunti a mons. Luigi Manca, anche quello del card. Marcello Semeraro, prefetto dei Dicastero delle cause dei santi e amico fraterno di don Gigi. Impossibilitato ad intervenire ieri a Squinzano in quanto impegnato nel Sinodo dei Vescovi in corso di svolgimento in Vaticano, il suo “biglietto” di auguri è stato letto al termine della messa. Ecco il testo integrale.
Carissimo don Gigi,
mi è giunta la notizia e poi anche il tuo invito per celebrare insieme con te, nella lode grata al Signore, il 50.mo anniversario della tua sacra ordinazione al presbiterato.
Verrei con piacere il prossimo 25 ottobre, se non fossi trattenuto a Roma dall'impegno nella XVI assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi che, come sai, concluderà i suoi lavori il 29 ottobre p.v. Questo, però, non mi impedirà di esserti spiritualmente vicino con la mia preghiera e con l’affetto fraterno. Ho vissuto anch'io, due anni fa, questa scadenza ed ho fatto esperienza del suo significato nella nostra vita di ministri della Chiesa rivestiti del sacerdozio ministeriale. Ho letto, carissimo, i brevi, semplici appunti che ci hai donato come tua riflessione e mentre leggevo mi tornava alla memoria una frase di San Giovanni di Avila: fai al meglio i tuoi doveri e questo ti riempirà di amore per il Signore. Davvero, mi pare di poter dire che il ministero di questi cinquant'anni ti abbia ricolmato dell'amore di Dio.
Con commozione ho riletto i nomi dei vescovi Francesco Minerva, Michele Mincuzzi e Cosmo F. Ruppi: sono stati anche i miei vescovi e da ciascuno ho ricevuto qualcosa di unico, che mi ha fatto crescere. La saggezza di Minerva, la cristiana utopia di Mincuzzi, il dinamismo pastorale di Ruppi. È stata una grazia di Dio poter vivere, da giovani preti, la stagione immediatamente postconciliare e poi essere gradualmente immessi in competenze pastorali con questi vescovi. Abbiamo vissuto una stagione irripetibile, come sono d'altra parte tutte le stagioni di Dio. Nel tempo le nostre strade hanno avuto percorsi diversi, ma in parte affini. Penso ad esempio al tuo impegno di direzione e insegnamento nell’Isr poi cresciuto sino all'attuale sistemazione accademica; poi anche nell'Istituto teologico pugliese di Molfetta, all'epoca in cui io stesso ne ero direttore. È stata una attività che per molto tempo ha accompagnato il tuo ministero pastorale, che poi si è totalmente riversato a servizio della Chiesa di Lecce.
Carissimo don Gigi, questi sono solo alcuni sguardi al passato, utili però a confortarti nel vivere con gioia questi giorni; ma anche per guardare avanti, sicuro, come scriveva Origene, che «quando abbiamo scoperto una realtà, ecco che da lì comincia un'altra esplorazione e allora si leva la tenda e ci si dirige verso luoghi più alti e spaziosi» (cf. In Numeros Hom. XVII, 4: PG 12, 706-707). Il Signore, carissimo, ti ha condotto a questa tappa giubilare, ma da qui Egli ti apre orizzonti nuovi. Avviati con fiducia verso di essi, fiducioso nell'amore di Dio per te e nella materna protezione della Vergine Madre. Sia questa certezza la tua ricompensa. Sentimi vicino con la preghiera, la stima e l’affetto fraterno.