Chi l’avrebbe mai detto che mi sarei trovata qui a raccontare questa nuova esperienza che è partita per caso, senza grandi aspettative e che mi sta regalando già delle emozioni fantastiche.
Tutto parte con la risposta al bando per Animatore di comunità del Progetto Policoro che ha portato, dopo una procedura di selezione, all’inizio di questo percorso. Dopo un’emozionante incontro con l’arcivescovo Michele Seccia, il quale ci ha tenuto a mostrarmi la sua vicinanza e disponibilità per qualsiasi eventuale difficoltà o dubbio, è arrivato il momento della prima formazione regionale che si è tenuta a Bari lo scorso 11 novembre presso il seminario diocesano. Qui ho avuto la possibilità di conoscere i quattro ragazzi che come me iniziavano questo percorso e tutti gli altri Animatori della Puglia, i quali hanno mostrato una carrellata di eventi, iniziative e percorsi messi in atto durante questi anni di animazione territoriale. Già lì ho potuto toccare con mano quante opportunità offre il Progetto Policoro, che permette di incontrare i giovani per parlare di lavoro e orientamento nelle parrocchie, nelle comunità che vivono tutti i giorni con i “gesti concreti” o semplicemente facendo vedere che un’alternativa e una possibilità di riscatto c’è per tutti, anche e soprattutto, per chi crede di non avere via di uscita o che non sa cosa può o vuole fare “da grande”. Ho apprezzato molto le parole degli Animatori di Comunità, ma soprattutto le emozioni, la gratitudine e l’orgoglio con cui raccontavano gli sguardi che hanno incontrato in questi anni e le storie a cui hanno cercato di dare un lieto fine.
Le emozioni si sono moltiplicate quando ho vissuto dal 29 novembre al 3 dicembre scorsi cinque giorni ad Assisi per la formazione nazionale dal titolo “A due a due - Dare un’anima alla comunità” (Lc 10,1). Appena arrivata ero spaesata: mi trovavo in una città bellissima, piena di storia e fede, ma non sapevo esattamente quale sarebbe stato il mio ruolo o il motivo preciso per cui mi trovavo lì a vivere tutto quello. Ho incontrato formatori, tutor e quasi 200 Animatori di Comunità provenienti da tutta Italia. Tra questi, 68 ragazzi provenienti da varie diocesi aderenti al Progetto Policoro hanno iniziato questo percorso insieme a me e stavano vivendo le mie stesse emozioni. Ho avuto modo di ascoltare storie di persone a cui il Progetto Policoro ha cambiato la vita e che hanno messo in gioco la propria vita per donarla agli altri. Siamo stati accolti dal vescovo della diocesi di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, e don Ivan Licinio, coordinatore nazionale del Progetto Policoro, il quale ha introdotto il tema della formazione e il testimone dell’anno, Adriano Olivetti. Le parole che più mi hanno colpito sono state quelle di don Luigi Verdi, fondatore della Fraternità di Romena, che ha invitato i giovani a non avere fretta, ad apprezzarsi e ad apprezzare gli altri nelle loro imperfezioni e difetti e ha precisato, inoltre, che la bellezza è soggettiva e ognuno di noi è bello quando incontra occhi che sappiano guardare l’anima e rendersi conto di ciò che hanno di fronte.
Il momento più emozionante è arrivato quando noi, Animatori di Comunità al primo anno abbiamo ricevuto il mandato da parte del card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana. Nel suo discorso ci ha invitato ad aiutare i giovani a trovare un posto nel mondo, a liberarsi di tutte le “catene sociali” imposte dagli adulti o da coloro che credono di saperne di più, ad aiutarli a rispondere alla propria vocazione professionale e per farlo devono essere in grado di usufruire di tutti gli strumenti necessari affinché questo possa avvenire. Questo può aiutarli a diventare parte attiva di una comunità e aiutare, a loro modo, altri giovani che hanno bisogno di aiuto o conforto.
Questi giorni si sono conclusi con l’invito ad essere coraggiosi e liberi, ad avere un cuore capace di perdonare e capace di donarsi ad una comunità che ha bisogno di giovani in azione per i giovani. Proprio per questa grande responsabilità non nego che ci sono sati dei momenti di incertezza, paura e sconforto, in cui mi sono chiesta se sarò in grado di dare speranza ad un giovane che avrò la possibilità di incontrare. Poi mi sono fermata un attimo, mi sono voltata e ho visto che non sono sola: accanto a me ho altri ragazzi che hanno le mie stesse preoccupazioni e disagi, ma soprattutto ho visto tutti gli altri Animatori di Puglia che hanno visto in me delle fragilità e chi con un abbraccio, chi con una parola di conforto, con un “tranquilla ci sono anche io con te” o semplicemente con una battuta divertente, hanno saputo allievare le mie ansie e paure e so di aver trovato delle persone su cui potrò sempre contare, anche solo per avere uno “sguardo amico” tra la folla. L’augurio che faccio a me e agli altri Animatori che si apprestano a questa nuova avventura è quello di affrontare il percorso “senza correre, ma camminando a due a due, con lo stesso passo e lo stesso stile”.
*Animatrice di Comunità - I anno - Progetto Policoro Lecce