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Si conclude oggi un anno davvero “santo” per il card. Salvatore De Giorgi. Un anno giubilare vissuto come un lungo corso di “esercizi spirituali” e che oggi raggiunge il suo coronamento nel giorno del 50.mo anniversario della sua ordinazione episcopale.

 

 

Un anno intero vissuto all’insegna della lode e del ringraziamento al Signore anche per i suoi 70 anni di presbiterato (lo scorso 28 giugno) e dei 25 anni di cardinalato (il 21 febbraio). La Chiesa di Lecce lo ha festeggiato il 6 novembre scorso nella solennità della Dedicazione della cattedrale (LEGGI) quando presiedette la solenne concelebrazione.

In quell’occasione, durante l’omelia (LEGGI), scorrendo come in una lunga litania di benedizioni, a proposito di quel 27 dicembre 1973 ebbe a dire: “Benedici il Signore anima mia, perché il 27 dicembre 1973, in questa cattedrale mi ha ordinato vescovo attraverso l’imposizione delle mani e la preghiera dello stesso mons.  Francesco Minerva e dei vescovi pugliesi, tra i quali i Servi di Dio mons. Nicola Riezzo e mons. Alberico Semeraro”.

“Ricordo l’imposizione delle loro mani - disse il cardinale quella sera -, e mi torna consolante e stimolante nel cuore la loro invocazione mentre sul mio capo veniva imposto il libro dei Vangeli: ‘Effondi sopra questo eletto la potenza che viene da te, o Padre, il tuo Spirito che regge e guida’. Mi rendevo conto che l’episcopato, pienezza del presbiterato, esige anche la pienezza del servizio sacerdotale, come prolungamento sacramentale di quello di Gesù, espresso nei segni dei riti esplicativi”.

“Pellegrinando come Abramo da Oria a Foggia-Troia-Bovino, a Taranto e a Palermo - aggiunse -, dopo l’arricchente parentesi dell’Azione cattolica italiana, ho compreso sempre di più come l’episcopato non è un ruolo di prestigio e di onore, ma un servizio di amore, che esige un crescente anelito verso la santità, il ricorso a una più insistente preghiera di intercessione, una più umile consapevolezza delle proprie responsabilità e una più instancabile dedizione pastorale in mezzo al suo popolo, soprattutto verso gli ultimi, i prediletti del Signore”.

Oggi il card. De Giorgi ringrazierà il Signore ancora una volta nella concelebrazione eucaristica che presiederà nella basilica romana di Santa Maria in Aracoeli al Campidoglio della quale è titolare e a lui, sia pure a distanza, si unirà la sua Chiesa Madre, la comunità diocesana di Lecce, grata per il servizio episcopale di questo figlio prediletto.

Anche Papa Francesco ha voluto inviare al card. Salvatore De Giorgi una speciale benedizione (LEGGI). “Noi, con le nostre preghiere - scrive il Pontefice -, salutiamo il venerabile nostro fratello Salvatore cardinale De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo che felicemente celebra l’aureo giubileo della sua ordinazione episcopale e lodiamo il suo spirito ricco di sapiente probità, la sua dottrina, il suo operoso impegno espresso presso molteplici comunità”.

 

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