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“Il vento di primavera dell’ecumenismo” saluta e favorisce un grande ritorno: il dialogo tra le culture. È questo, infatti, il contesto in cui la Chiesa deve risplendere come mediatrice e promotrice di un dialogo che veda protagoniste non solo le fedi cristiane e le religioni, ma anche le culture.

 

 

 

Ad oggi questa attività di promozione costituisce un asse portante della sua missione. La cultura rappresenta il naturale campo di innesto del vangelo, il luogo privilegiato per l’espansione del messaggio di bene che scaturisce dall’amore di Cristo, quel Cristo che parla alla coscienza personale e collettiva degli uomini di ogni tempo.

Più volte Papa Francesco ha richiamato l’importanza dell’incontro tra le culture e, perciò, del valore del Mar Mediterraneo, rimarcando con forza il ruolo del mare nostrum, perché si risvegli in tutti l’impulso a sentirsi abitanti e pellegrini in un lembo del pianeta che abbraccia Europa, Africa e Asia e di cui il Mediterraneo è il ponte. La teologia ecumenica e l’interesse ecumenico ha fatto propria questa proposta. L’impegno nel favorire il dialogo non può prescindere, infatti, da un movimento di rinascita della vocazione mediterranea delle nostre terre. ‹‹[…] nell’odierno mare dei conflitti, siamo qui per valorizzare il contributo del Mediterraneo, perché torni a essere laboratorio di pace›› affermava il Papa a Marsiglia il 23 settembre 2023, in uno dei profetici discorsi che, avendo come tema centrale il Mar Mediterraneo, intendevano, ieri come oggi, provocare le coscienze per la conversione di questo mare da cimitero a laboratorio di pace.

Come comunità cristiane protese verso il futuro, riconoscendo in Cristo il fondamento dell’unità e della pace, vogliamo offrire il nostro contributo perché cresca in tutti la sensibilità e l’impegno per l’unità e, al contempo, perché si rinforzi e progredisca il dialogo e l’incontro tra tutti gli uomini. Abitando il mondo nella fraternità e nella comunione possiamo finalmente dare voce al desiderio di Cristo.

Tra gli strumenti che abbiamo a disposizione vi è certamente la valorizzazione del rito bizantino e per l’uso della lingua della koinè, simbolo di unità e collegamento a radici profonde di valori intramontabili come convivenza e filantropia, e per la comprensione della ricchezza della molteplicità che, nel nome di Cristo, si raccoglie e prospera nell’unità.

A conclusione, una citazione di David Sassoli, mai abbastanza compianto presidente del parlamento europeo, riportata dal Papa in uno dei discorsi tenuti a Marsiglia: «A Bagdad, nella Casa della saggezza del califfo Al Ma’mun, s’incontravano ebrei, cristiani e musulmani a leggere i libri sacri e i filosofi greci. Oggi sentiamo tutti, credenti e laici, la necessità di riedificare quella casa per continuare insieme a combattere gli idoli, abbattere muri, costruire ponti, dare corpo ad un nuovo umanesimo. Guardare in profondità il nostro tempo e amarlo anche di più quando è difficile da amare, credo che sia il seme gettato in queste giornate così attente al nostro destino. Basta avere paura dei problemi che ci sottopone il Mediterraneo! […] Per l’Unione Europea e per tutti noi ne va della nostra sopravvivenza» (Discorso in occasione dell’Incontro di riflessione e spiritualità “Mediterraneo frontiera di pace”, 22 febbraio 2020).

 

 

 

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