‹‹La Chiesa santa e cattolica […] si compone di fedeli che sono organicamente uniti nello Spirito Santo da una stessa fede, dagli stessi sacramenti e da uno stesso governo, e che unendosi in varie comunità stabili […] costituiscono le Chiese particolari o riti››; per tale motivo le Chiese Cattoliche Orientali sono ‹‹illustri e venerande per antichità, in cui risplende la tradizione apostolica tramandata dai Padri››. E questo vale per la Chiesa Bizantina Cattolica.
Con queste due citazioni di Orientalium Ecclesiarum, il decreto del Concilio sulle Chiese Cattoliche Orientali raccontiamo le celebrazioni della Divina Liturgia che si sono tenute nei giorni scorsi, come da programma, per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani nella diocesi di Lecce.
Le celebrazioni si sono tenute il 19, al mattino presso l’Istituto Smaldone di via Giammatteo a Lecce e nel pomeriggio a Cerrate. Domenica 21, invece, presso il Monastero delle Clarisse: tutte presiedute da Papas Nik Pace, parroco della parrocchia leccese in rito bizantino di San Nicola di Myra in Lecce.
Lo svolgimento di queste celebrazioni, che avvengono ordinariamente nella parrocchia leccese si colloca mirabilmente nella Settimana di preghiera per l’unità: il rito bizantino, infatti, appartiene sia ai cattolici che agli ortodossi. In questo senso, celebrando la Divina Liturgia, possiamo in qualche maniera tenere presente e conoscere lo stile della preghiera liturgica dei fratelli ortodossi.
D’altronde, non si deve dimenticare che la vita delle Chiese Orientali che non sono in piena comunione con la Chiesa cattolica, è regolata dall’unico patrimonio della disciplina canonica, ovvero i sacri canoni dei primi Concili della Chiesa, proprio come per le comunità cattoliche orientali. Un ottimo punto di partenza e una ragione di ottimismo, se si pensa che, parafrasando ciò che diceva San Giovanni XXIII, occorre che tutti noi guardiamo di più a ciò che ci unisce, rispetto a ciò che ci divide.
La valorizzazione del rito bizantino, ultimamente, invita ad un intenso approfondimento delle immense ricchezze proprie delle tradizioni orientali, da custodire gelosamente e illustrare ai fedeli. Non solo, l’esercizio del culto in rito bizantino è segno anche di come sia giusto tutelare il diritto di ogni persona di professare la sua fede nel proprio rito.
Per i pugliesi e i salentini, soprattutto, il celebrare in rito bizantino è un richiamo a radici profonde, a un tempo in cui questa terra era tutta caratterizzata dal culto orientale e le cui tracce, ancora oggi, rimangono indelebili e attendono una progressiva riscoperta e rivalutazione.