Sempre in riferimento alla 46.ma Giornata per la vita che celebreremo domenica prossima 4 febbraio, i vescovi italiani hanno rivolto l’invito a superare le visioni ideologiche che sono dietro alla mancata difesa della vita umana che “ha solide ragioni che ne attestano sempre e comunque la dignità e il valore”, ricordando che la promozione della vita è “un inderogabile impegno di fede e di amore”.
I Centri di aiuto alla vita (Cav) sono le braccia del Movimento per la vita, rispondendo in modo concreto alle necessità di donne e ragazze incinta, madri che scoprono una gravidanza inattesa, coppie, compagni con molte paure e così via. I Cav sono i luoghi in cui una donna viene accolta dai volontari, che si prendono cura di lei percorrendo un pezzo di strada insieme. Qui, ogni incontro è un tassello di una storia unica, fatta di scelte coraggiose e di momenti di crescita. Nel cuore del Cav, il significato va oltre la mera assistenza: è un abbraccio solidale che sostiene le mamme in ogni fase della loro straordinaria avventura, offrendo speranza, risorse e comprensione. Esploriamo insieme il profondo significato e la mission che anima il Centro di aiuto alla vita di Lecce, dove la vita è accolta, celebrata e accompagnata con amore dal servizio dei volontari. Lo facciamo attraverso la testimonianza di Anna Colella originaria di Carovigno, moglie e madre, che, insieme alle altre volontarie, trasforma il Cav di Lecce in un'oasi di amore e dedizione, dove storie si intrecciano e sogni riprendono vita.
Anna, perché ha deciso di diventare volontaria presso il Cav di Lecce?
Faccio da molto tempo volontariato. Il volontariato non conosce età o classe sociale, si può decidere di intraprendere questa strada da giovani come da adulti, l’importante è anche con piccoli gesti, dare un contributo affinché la nostra società sia più a "misura di chi ha bisogno". Ho deciso di diventare volontaria del Cav (Centro aiuto alla vita) circa 4 anni fa, qui tutto funziona grazie all’amore e l’impegno verso il prossimo. Da donna e da mamma sono felice di poter aiutare in modo concreto ragazze, donne e mamme in un momento così delicato della vita come la maternità.
In che modo ritiene che il suo ruolo di volontaria abbia un impatto positivo sulla vita di altre donne in difficoltà nell’accettare o accogliere una gravidanza?
Al Centro ogni giorno le sfide sono differenti e i compiti sono tanti. Dal 1975, anno di apertura del primo Centro, ad oggi le sedi in Italia sono diventate più di 350, con circa 60mila donne assistite ogni anno. Cerchiamo di assistere le giovani mamme con dolcezza e affetto, a volte anche solo la vicinanza emotiva può aiutare. Attraverso vari progetti cerchiamo di aiutare le madri dal preparto ai primi mesi del bambino, ad esempio con il “Progetto Gemma” (adotta una mamma e salva un bambino) è possibile fornire alle mamme un aiuto effettivo ed economico per i primi 18 mesi; un’adozione prenatale rivolta a tutte le donne in situazioni difficili, che altrimenti non riuscirebbero a sostenere le spese per gravidanza e per il bambino. Ogni vita è un dono e credo fermamente nell'importanza di accompagnare, ascoltare e supportare le mamme, al fine di affrontare un momento così importante nel più sereno dei modi.
Quali sono le principali sfide ed emergenze che affronta nel suo impegno al Cav?
Sicuramente il numero delle mamme che necessitano di assistenza e il tempo che abbiamo a disposizione a volte non sempre vanno d’accordo. A volte dobbiamo reperire i beni di prima necessità per le mamme e per i bambini (dai pannolini al latte in polvere, omogenizzati etc.) in poco tempo e per un gran numero di richieste e necessità differenti. Come in una macchina perfetta, in cui ognuno ha il suo compito, il CAV si muove grazie all’aiuto di molte persone che hanno preso questa “sfida” molto a cuore a titolo totalmente gratuito, solo per amore del prossimo, occorre però ringraziare anche chi con noi, si muove ogni giorno: grazie a mons. Seccia per la possibilità di accogliere le giovani mamme in un ambiente confortevole e dignitoso, grazie al Centro diocesano che ci ospita e grazie di cuore a chi ci sostiene attraverso donazioni.
Ha vissuto un’esperienza particolarmente significativa con una donna assistita dal CAV che l’ha segnata come donna?
Il legame tra mamme e volontarie è molto forte, il momento in cui ho davvero capito la bellezza di essere una volontaria per le mamme è stato quando una mamma mi ha chiesto di battezzare sua figlia. Essere scelta come madrina per la bellissima Lucy (nome di fantasia) mi ha riempito di gioia il cuore, regalandomi un rapporto che va oltre al legame tra assistita e volontaria.
Quali consigli darebbe a chiunque volesse diventare un volontario per aiutare donne in difficoltà durante la gravidanza?
In questi casi l’unione fa la forza e se qualcuno dovesse essere interessato o volesse provare questa esperienza, le nostre porte sono sempre aperte. Ci troviamo al Centro di pastorale e cultura “Giovanni Paolo II” (ex nuovo seminario), Via Umbria 18, Lecce. Posso assicurare che i sorrisi delle mamme e dei bambini che porti nel cuore a fine giornata, sono in grado di darti una grande motivazione. Vorrei ringraziare di cuore Portalecce per averci dato un piccolo spazio in questo giornale così importante per la nostra città e la nostra diocesi.