In un momento in cui si parla sempre più spesso di carceri sovraffolate, di disagio aumentato tra i detenuti e di necessità di un loro reinserimento effettivo nel tessuto sociale, la Caritas di Lecce e la Casa Circondariale di Borgo San Nicola firmano un protocollo d’intesa per aiutare concretamente i detenuti secondo le direttive dell’art. 27 della Costituzione.
Si tratta dell’articolo che parla proprio di reinserimento sociale attraverso il coinvolgimento e l’apporto della comunità esterna al carcere e degli enti del territorio. Alla luce di questo concetto l’arcivescovo Michele Seccia, accompagnato dal direttore della Caritas diocesana, mons. Nicola Macculi, e la direttrice della Casa circondariale di Lecce, dr.sa Maria Teresa Susca, firmeranno domani 27 giugno un protocollo che permetterà alla Caritas di realizzare un servizio di ascolto dei detenuti per la fornitura di servizi e prodotti, che vanno dai prodotti per l’igiene personale e di vestiario, ai meno abbienti, fino all’organizzazione di manifestazioni in occasioni di particolari ricorrenze.
Sarà attivato anche uno sportello - d’intesa con il Comune - finalizzato al disbrigo delle pratiche relative ai servizi demografici. Particolare attenzione sarà dedicata dai rappresentanti della Caritas diocesana alle azioni per l’inserimento lavorativo rivolte ai detenuti con fine pena imminente, in sinergia con il servizio svolto da uno sportello di comunità, promuovendo azioni di reperimento di attività lavorative e di giustizia riparativa, oltre che di primo alloggio, a chi lascia il carcere per fine pena o per lavori alternativi. I volontari operatori della Caritas avranno a diposizione, da parte dell’organizzazione penitenziaria, alcuni locali idonei nella Casa circondariale leccese, per i servizi di ascolto e distribuzione dei beni raccolti presso le comunità parrocchiali a favore dei detenuti.
Il protocollo darà sistematicità e regolerà un servizio importante per la popolazione dell’Istituto penitenziario leccese, per dare risposte alla necessità, ribadita più volte e anche di recente dal Presidente della Repubblica, Mattarella, al reinserimento sociale che deve essere perseguito anche sollecitando ed organizzando la partecipazione di privati ed istituzioni del territorio come la Caritas, che da tempo è affianco ai volontari e agli operatori che offrono il loro impegno in questo settore particolarmente delicato della vita sociale.