Si è svolto a Lecce presso la sala grande del Mudas (Museo diocesano di arte sacra), l’incontro di studi sull’antica tela "Predica di San Giovanni Battista" opera dell’artista Luca Paciolla appena restaurata ed esposta per essere ammirata nella sala grande del Mudas.
L’incontro, promosso dall'Ufficio diocesano per i beni culturali in collaborazione con l'Istituto superiore scienze religiose metropolitano (Issrm) "don Tonino Bello", la Fondazione Splendor Fidei, con il supporto tecnico di Portalecce e il partenariato della cooperativa ArtWork, è avvenuto alla presenza dell’arcivescovo Michele Seccia, di don Tony Bergamo, direttore dell’Issrm di Lecce, di don Antonio Montinaro e di tanti amici, storici e cultori dell’arte.
Dopo i saluti introduttivi dell’arch. Giorgio Rizzo, direttore dell’Ufficio per i beni culturali dell’arcidiocesi di Lecce, che ha rivelato le modalità nella quale l’antica tela è stata scoperta nei depositi della chiesa del Buon Consiglio e donata al museo diocesana dall’omonima arciconfraternita retta dal priore Claudio Selleri, presa in carico e restaurata, grazie anche ai finanziamenti derivanti dall’8Xmille, si sono susseguiti gli interventi degli storici d’arte, perfettamente coordinati da Giovanni Colonna, coordinatore dei servizi turistici e culturali di ArtWork.
Marcello Ippolito, nel suo intervento si è soffermato sulla figura dell’artista nel contesto storico in cui viveva infatti “Luca Paciolla è stato un artista che meglio di altri ha saputo interpretare e rappresentare quanto offriva la cultura del tempo, facendone testimonianza territoriale, il pittore d'origine mesagnese, attivo nel Seicento, è stato pressoché ignorato e per l'esiguità delle sue opere sino ad oggi note, risultate insufficienti a definire la personalità artistica”. “Oggi - ha concluso Ippolito - l'attuale recupero e restauro dimostrano a monte l'inizio di una rivalutazione dell'artista, delle sue opere e di una auspicata e più adeguata fortuna critica”.
Mario Cazzato, ha analizzato gli aspetti storico/artistici e il contesto in cui Luca Paciolla operava. “Il territorio leccese - ha spiegato Cazzato - nel 1600 era ancora acerbo e quindi carente di pittori di spicco come, al contrario, lo era Napoli, per questo l’artista, al di là delle sue qualità artistiche indiscusse, è il sintomo di una limitata capacità dell’ambiente leccese ad avere un ruolo fondamentale riguardo la pittura”.
Paolo Vetrugno ha, invece, dato voce alla tela raccontando il tema della “Predica di San Giovanni Battista”, l’aspetto religioso dove da una parte (quella sinistra) vengono raffigurati “gli increduli” mentre dall’altra coloro che credevano al messaggio di San Giovanni Battista, cioè all’annuncio dell’arrivo del Messia.
Di seguito è intervenuta Viviana Nardò, collaboratore restauratore, delegata dal restauratore Erminio Signorini, la quale ha spiegato lo stato in cui riversava la tela, risalente al 1685 e le varie tecniche che hanno permesso di farla tornare al suo splendore originale.
Le conclusioni sono state affidate all’arcivescovo Seccia, che ha ringraziato i presenti e si è sofferma to sul concetto della cura del bello: “questa eredità preziosa che si è accumulata nei secoli nella nostra diocesi ha bisogno di cure continue. La bellezza - ha aggiunto - va ricercata, valorizzata ma soprattutto interiorizzata affinché essa diventi la manifestazione sintetica della nostra fede in Dio”.
“Ci rendiamo conto - ha concluso Seccia - come la creatura diventa collaboratrice del Creatore, sia nell’inventare cose nuove, sia nel riportare a quella bellezza originaria che a causa del tempo che passa possono contribuire al logoramento, alla consumazione, ma mi colpisce molto vedere come un’opera, grazie a queste nuove tecniche, riacquista la sua lucentezza”.
Photogallery a cura di Arturo Caprioli