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Giovedì 22 agosto, alle 20, nel chiostro dell'antico seminario di Piazza Duomo a Lecce, appuntamento con la cultura religiosa per la presentazione del volume "La statua di Sant'Oronzo a Lecce tra arte e devozione" di Letizia Cerrati (Edizioni Grifo e ArtWork).

 

 

L’evento culturale rientra nel ricco programma religioso (LEGGI) dei solenni festeggiamenti in onore dei patroni della città capoluogo e della Chiesa locale, i Santi Oronzo, Giusto e Fortunato proposto dalla diocesi di Lecce per l’edizione 2024.

Dialogherà con l’autrice, Andrea Pino, giornalista di Portalecce ed esperto della questio orontiana e interverranno l’arcivescovo Michele Seccia, il sindaco Adriana Poli Bortone, il prof. Raffaele Casciaro (UniSalento) e i due editori.

Il libro racconta di quando e perché Sant’Oronzo è stato designato come principale patrono di Lecce e di come la decisione abbia dato forma al monumento simbolo della città, la colonna romana sormontata dal gigantesco simulacro.

“Lo studio di Letizia Cerrati - afferma Casciaro - ha il merito di aver riunito tutto il materiale storico ancora reperibile e di averne trovato dell'altro negli archivi, ma soprattutto di aver intrapreso una lettura fondata sulla ricostruzione di una realtà storica, sociale, economica ed artistica d'insieme, nella quale le diverse ipotesi possono trovare giustificazione o smentita”.

“È bello che, anche in un ambito così delicato come quello della questione oronziana, una giovane autrice abbia voluto dire la propria ed offrire un personale contributo alla ricerca. Contributo che si ritrova dunque dispiegato nelle seguenti pagine. Un lavoro appassionante, significativo, redatto soprattutto in maniera semplice ed accessibile. Cosa questa per nulla scontata per chi è avvezzo agli ambienti accademici”. Così scrive il vescovo Seccia nella prefazione del libro.

“Partendo da una veloce analisi delle fonti documentarie disponibili che illustrano l'agiografia del martire - aggiunge Seccia -, l'autrice si sofferma dapprima ad indagare le contingenze religiose, storiche e sociali della Lecce del XVII sec., cioè dell'ambiente vitale in cui il culto del protovescovo salentino risorse sul serio dalle ceneri e si diffuse, con sbalorditiva rapidità, in tante contrade appule ed oltre, declinandosi con quei precisi aspetti iconografici e devozionali che, ancora oggi, appaiono subito riconoscibili”.

 

 

 

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