In vista delle celebrazioni in memoria del trentesimo anniversario della Visita di Giovanni Paolo II alla città e alla Chiesa di Lecce e che culmineranno sabato 9 novembre con l’accoglienza del card. Stanisław Dziwisz, all’epoca segretario particolare del Pontefice polacco, Portalecce pubblica gli interventi ufficiali di quelle due giornate storiche (17 e 18 settembre 1994).
Dopo il sindaco Corvaglia, su delega dell’allora premier Silvio Berlusconi, intervenne il ministro leccese all’agricoltura, on. Adriana Poli Bortone, oggi sindaco della città. Di seguito il discorso pronunciato in Piazza Sant'Oronzo la sera del 17 settembre 1994.
Beatissimo Padre,
è per me un grande onore porgere il benvenuto nella città di Lecce al vicario di Cristo e successore di Pietro: è il benvenuto del Governo e della Nazione italiana.
Poiché Lecce è la prima città italiana che Vostra Santità visita in questo anno 1994 e dopo il viaggio in Croazia, mi sia consentito di esprimere la gratitudine del popolo italiano per la missione che Vostra Santità svolge in favore delle genti oppresse e prostrate dalle guerre e dalle ingiustizie e l’augurio che, nel solco tracciato dalla Vostra mirabile testimonianza, i Governi, i Parlamenti e le Istituzioni internazionali trovino il coraggio per perseguire seriamente la strada della pace e della concordia.
Sull'esempio del primo Pontefice e dell’apostolo Paolo, che non hanno esitato a restare al fianco dei fratelli perseguitati dall'odio dei potenti, Voi avete scelto di condividere le angosce di popolazioni lungamente martoriate, anche a causa della confessione religiosa, per dare loro conforto e mostrare che la fede e la speranza generano il coraggio e l’audacia dei gesti risolutivi.
Al di là delle posizioni religiose e filosofiche di ognuno, Lecce è orgogliosa di rendere l’onore dovuto alla Vostra persona e alla Vostra apostolica missione. La città che vi accoglie questa sera non ha perso nell’intimo la memoria di ciò che costituisce la sua identità, anche se il tessuto sociale, un tempo saldo e sereno, nonostante le difficoltà e la povertà, negli ultimi decenni è stato aggredito, come è accaduto ovunque, dalla secolarizzazione e dai suoi frutti.
Il Mezzogiorno è consapevole che le piaghe che più lo angustiano, e cioè la frammentazione e la confusione nella vita politica, la disoccupazione, la frequente incapacità di sviluppare le potenzialità del territorio, lo sbandamento delle giovani generazioni, la tossicodipendenza diffusa, la criminalità di ogni tipo, l’appiattimento dei valori sono realtà drammatiche, e tuttavia interdipendenti, poiché costituiscono manifestazioni di un’unica grave crisi che ha per oggetto l’uomo contemporaneo: l’uomo che, una volta cristiano, sembra ora aver smarrito il senso del suo destino.
Pur in un quadro preoccupante e carico di problemi irrisolti, il Mezzogiorno conserva ancora ricchezze e potenzialità positive, come la solidità e la stabilità delle famiglie, il forte sentimento religioso, l’accoglienza e la solidarietà ai bisognosi, la stessa dignità del lavoro, che fanno del Salento e dell’intero Sud un terreno aperto allo sviluppo e alla speranza.
Per questo, la visita di Vostra Santità è importante non solo per la Città, ma per il Mezzogiorno e per l’intera Nazione: ovunque passate nei vostri pellegrinaggi, la Vostra presenza segna l’inizio di un mutamento reale: Voi infatti parlate al cuore dell’uomo, che - in virtù del vostro ministero – conoscete meglio di chiunque altro.
Per chi ha responsabilità politiche e civili il Vostro magistero, diretto all’uomo, è ragione di riflessione e di meditato confronto, al di là delle differenze ideologiche, che spesso sono fonte di divisione. Sono lieta pertanto di esprimervi, unitamente al saluto del Governo, il mio personale benvenuto, con la gratitudine e la filiale devozione per avere l’onore di ricevervi in questa piazza e nella mia città natia.