Trentadue anni di ministero diaconale e numerosissimi ricordi quelli che lascia il diacono Giancarlo Greco soprattutto nella sua comunità e in modo particolare nei cuori di quei sacerdoti che hanno avuto l’opportunità di essere sull’altare e nell’attività pastorale parrocchiale accanto a lui.
Sono tre i parroci che lo hanno avuto come collaboratore a Santa Rosa da diacono, il primo don Vito De Grisantis, poi divenuto vescovo e che oggi ritrova in Paradiso, poi don Antonio Montinaro e infine negli ultimi anni - soprattutto dopo la pandemia, quelli della malattia - don Damiano Madaro.
“Ho conosciuto Giancarlo - racconta don Damiano - fin dai tempi in cui in cui ha ricevuto il sacramento dell’Ordine sacro nel grado del diaconato. Ne ho conosciuto la famiglia per la presenza delle figlie, Paola e Chiara nei gruppi parrocchiali di Santa Rosa. Ne ho seguito il percorso nel servizio alla Chiesa di Lecce quando, insieme con la moglie Teresa, ha collaborato attivamente nell’Ufficio diocesano di pastorale familiare con l’allora direttore e suo parroco, don Vito De Grisantis. E possiamo dire che la pastorale familiare, in quegli anni, ha trovato un vero e proprio inizio sia per la competenza sia, soprattutto, per l’entusiasmo e la costante abnegazione di coloro che lo animavano”.
“Poi, al di là, delle tante celebrazioni diocesane - prosegue -, dei ritiri, delle numerose assemblee pastorali, alle quali ha sempre presenziato, anche attivamente ho sempre ascoltato con ammirazione i suoi interventi misurati, discreti ma al contempo profondamente significativi come anche la sua concreta partecipazione nelle attività del Consiglio pastorale diocesano”.
“Ho avuto la fortuna di incontrarlo poi in maniera per me più rilevante nella parrocchia di Santa Rosa nell’ottobre del 2015, quando ne sono divenuto parroco. Anche se già indebolito dalla malattia - ricorda don Damiano - è stato accanto a me in maniera discreta ma altamente significativa. Per me è stato qui a Santa Rosa la continuazione della presenza di don Vito che mi aveva accolto nel 1987 come “giovane” sacerdote. Sapevo che potevo fidarmi di lui, sapevo che potevo contare sulla sua presenza di fratello che con sapienza sapeva ascoltare, riflettere e dire la parola giusta al momento giusto… Anche quando questa poteva umanamente non farmi piacere”.
“Nella parrocchia - aggiunge -, in tanti anni è stato uno dei pilastri, sempre con accanto Teresa, un unicum, pur nella diversità del carattere e del tipo di presenza. Negli ultimi anni si era dedicato alla pastorale degli adulti, dalla guida spirituale dei volontari della Caritas alla catechesi per i genitori che presentavano i figli al battesimo, dal gruppo delle vedove agli incontri sulla Parola offerti agli adulti. Sempre preparato, sempre misurato”.
“Ha incarnato per trentadue anni - conclude don Damiano - il modello del diacono permanente proposto dal Concilio Vaticano II e, negli anni, dai vescovi italiani. Sposo, padre, nonno, diacono della Chiesa di Lecce, diacono nella comunità di Santa Rosa. Per me fratello maggiore. Amico”. (F.C.)