0
0
0
s2sdefault

Si è tenuta ieri nella hall del Dea (Dipartimento emergenza e accettazione) del “Vito Fazzi” di Lecce, la cerimonia di intitolazione del presidio ospedaliero a don Tonino Bello, a conclusione delle due giornate dedicate al Venerabile Servo di Dio di Alessano.

 

 

Due giornate nelle quali, grazie ad una petizione “nata dal basso”, la Asl Lecce e la Chiesa di Lecce hanno voluto dare voce per affidare la cura degli ammalati alla protezione del vescovo di Molfetta.

Ad introdurre la cerimonia Stefano Rossi, direttore generale di Asl Lecce, alla presenza di tutte le autorità locali civili e militari, al termine della quale è avvenuta la scopertura della targa commemorativa per mano del fratello di don Tonino, Trifone Bello, del nipote Stefano e di Giancarlo Piccinni, presidente della Fondazione don Tonino Bello.

Subito dopo la cerimonia, sempre all’interno della stessa hall, la solenne celebrazione eucaristica, presieduta dal card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi e concelebrata dagli arcivescovi Michele Seccia e Angelo Raffaele Panzetta, dal vescovo di Ugento-Santa Maria di Leucamons. Vito Angiuli e dal vescovo vincenziano Cristoforo Palmieri. Presenti anche numerosi sacerdoti accorsi per ricordare mons. Bello. La liturgia è stata curata dall’Ufficio liturgico diocesano diretto da don Mattia Murra coadiuvato dai ministranti della parrocchia Santa Maria del Popolo di Surbo. I canti della messa sono stati eseguiti da ‘I Cantori di Ippocrate’, diretti dal maestro Raffaele Lattante.

Durante la sua omelia il cardinale Semeraro ha voluto ricordare la figura di don Tonino, come modello dall’eroica virtù: “Il titolo di Venerabile, che la Chiesa ufficialmente gli ha riconosciuto qualche anno fa - ha ricordato -, significa che don Tonino è meritevole di essere imitato. Se la Chiesa fa dei processi di canonizzazione e di beatificazione non lo fa come se si dovesse erigere un monumento a qualcuno, ma perché quella persona vada imitata”. 

“È significativo - ha proseguito il porporato - anche l’aver scelto di dedicare questa struttura sanitaria, molto delicata, dove si giunge per ragioni serie, a mons. Bello”. 

Il cardinale Semeraro ha poi voluto ricordare ai responsabili e medici presenti, l’importanza del prendersi cura degli ammalati poiché: “gli ospedali non sempre possono guarire, ma sempre possono curare”.

Semeraro ha poi concluso l’omelia cercando di dare una risposta a quanti domandano dello stato di don Tonino verso la beatificazione: “Se don Tonino è un modello nell’ordine della carità e della pace, motivi più conosciuti che lo hanno reso noto agli occhi del mondo, forse non a tutti è chiaro che egli prima di tutto è stato un uomo di preghiera. Se tutto questo lo ha fatto, se ha lavorato per la pace, se ha compiuto gesti profetici di fraternità, è perché è stato un uomo di preghiera. La forza interna di don Tonino è stata la preghiera ed è questa la via che noi dobbiamo percorrere prima di chiederci quando verrà proclamato beato e santo”.

Un ultimo omaggio al “Vescovo col grembiule” si è tenuto poi in serata presso la cattedrale, dove il coro di Alessano, ‘Ala di riserva’ diretto dal maestro Sergio Filippo, offerto in onore di don Tonino Bello dalla cooperativa sociale ArtWork, ha presentato il concerto “Natale con don Tonino”. 

 

 

Racconto per immagini di Arturo Caprioli.

 

 

 

Forum Famiglie Puglia