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Stasera durante la Veglia di Pentecoste (chiesa cattedrale ore 20) l’arcivescovo Michele Seccia conferirà il Mandato missionario Fidei donum a don Massimilano Mazzotta con il Rito di Benedizione degli inviati all’annunzio missionario del Vangelo.

Dopo essersi preparato soprattutto attraverso lo studio della lingua russa, raggiungerà don Cesare Lodeserto che vive e opera in Moldavia da 19 anni anch’egli come missionario Fidei donum. Al termine dell’omelia, dopo la preghiera di benedizione che conferirirà il Mandato, mons. Seccia  appenderà al collo di don Massimiliano una croce con l’invito a predicare “Cristo crocifisso potenza di Dio e sapienza di Dio” e ad abbracciarla nel volto dei poveri.

Prima di sceglier la via della missione, via che per altro don Massimilano aveva coltivato fin dai primi anni del suo sacerdozio attraverso alcuni progetti di cooperazione specie con l’Albania, ha maturato una ricca esperienza in diocesi e non solo. Infatti da direttore dell’Ufficio di pastorale giovanile diocesano è stato anche Incaricato regionale dello stesso ambito e membro della Consulta di pastorale giovanile della Cei. Inoltre economo ed educatore nel seminario diocesano, un’esperienza da viceparroco a San Giovanni M. Vianney a Lecce, poi parroco di Villa Convento ed economo diocesano con l’arcivescovo Domenico D’Ambrosio. Con l’arrivo di Seccia a Lecce, la maturazione e la scelta di partire in missione come sacerdote Fidei donum.

Ma cosa vuol dire Fidei donum? Per comprendere questa espressione bisogna tornare al 21 aprile 1957, giorno in cui il Papa Pio XII dona alla Chiesa la lettera enciclica Fidei donum. Il documento contiene una proposta eccezionale e nuovissima nel campo dell’impegno missionario. Fino al momento della promulgazione dell’enciclica, la missione ad extra pur rimanendo, a livello teorico, dovere di tutta la Chiesa, praticamente, lungo i secoli, è stata attuata dall’opera generosa ed eroica di una schiera di “specialisti” (gli Istituti missionari), guidati dal Sommo Pontefice e dalla Congregazione di Propaganda Fide. Pio XII rompe questo schema, raccogliendo una esigenza che nel frattempo era andata  maturando in seno alla Chiesa. Il Papa afferma che tutti i vescovi, in funzione del loro essere legittimi successori degli apostoli sono solidamente responsabili con il successore di Pietro della missione della Chiesa che “deve abbracciare tutte le nazioni e tutti i tempi” (Fidei donum, n.15).

Come esprimere questo impegno missionario? Ecco la novità: il Papa incoraggia i Vescovi ad inviare sacerdoti diocesani in missione. Se la Fidei donum richiama i Vescovi alla sollecitudine per tutte la Chiese, il Vaticano II nella  Presbyterorum Ordinis fa ancora un passo in avanti. Leggiamo, infatti, al n. 10a: “Il dono dello Spirito che i presbiteri hanno ricevuto nella ordinazione non li prepara ad una missione limitata e ristretta, bensì ad una vastissima e universale missione di salvezza fino agli estremi confini della terra… Ricordino, pertanto, i presbiteri che ad essi incombe la sollecitudine di tutte le Chiese…”. I sacerdoti Fidei donum sono, allora, sacerdoti diocesani che continuano a servire la loro Chiesa di origine pur svolgendo le loro mansioni presso altre diocesi, in particolare presso Chiese in terre di missione.

È la missione che da stasera don Massimiliano accoglierà nel suo ministero mentre la Chiesa di Lecce con il suo pastore invocheranno su di lui lo Spirito con i suoi doni. Ma il missionario Fidei donum, come afferma un documento dei vescovi italiani del 2007 (50° anniversario dell’enciclica di Pio XII), non è un "navigatore solitario", ma "l’inviato di una Chiesa ad un’altra, che lo accoglie in nome della cooperazione, della comunione e dello scambio". Ciò esige "un continuo andare e tornare, un sapersi collocare in un progetto pastorale della Chiesa alla quale è inviato come pure in quella nella quale rientra dopo l’esperienza missionaria, senza essersene mai spiritualmente staccato".

Per questo la preghiera della comunità diocesana diventa comunione con lui e con don Cesare: entrambi sono la Chiesa di Lecce missionaria in terra moldava, entrambi sono l’espressione comunitaria del mandato evangelico ad gentes. Entrambi il cuore di carità della loro Chiesa madre oltre i confini geografici.

 

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