Fu certamente un esaltante e corale evento di comunione di Lecce e del Salento con il Papa. La Chiesa locale farà memoria dell'evento il prossimo 6 novembre nell'anniversario della Dedicazione della cattedrale.
La visita pastorale di Giovanni Paolo II nel capoluogo, nei giorni 17 e 18 settembre 1994, costituì un notevole impulso per rilanciare speranze e progetti civili e religiosi, nel segno di quel vincolo ecclesiale che in Terra d’Otranto, a cominciare da San Pietro, nei millenni è stato sempre intenso con il Vicario di Cristo.
Già Papa Pio XII il 6 maggio 1956 aveva realizzato a Lecce un toccante momento di rapporto con il radiomessaggio diffuso in diretta mediante un collegamento straordinario tra Vaticano e piazza “dei Trecentomila”. E vi erano stati riconoscimenti meravigliosi da parte del Pontefice: “L’ottima riuscita del Congresso… la felice scelta della città di Lecce veramente degna di rappresentare in questo momento la cattolica Italia… la vostra città, da voi generosamente offerta quale nobile scenario al grandioso trionfo dell’Eucaristia”.
Giovanni Paolo II espresse più volte sia il suo vivo godimento per l’entusiastica accoglienza della gente e la sua ammirazione per l’arte che caratterizza il Salento e nello stesso tempo domandò “un supplemento d’anima” capace di consentire all’uomo contemporaneo, frastornato da molti richiami, di “non smarrire i valori fondamentali dello spirito”.
Nel discorso alla città in Piazza Sant'Oronzo, sabato 17 settembre 1994 disse subito: “Ritorno con gioia nella terra del Salento per incontrare la fervente Arcidiocesi e la laboriosa città di Lecce. Grazie per la vostra accoglienza e per il caloroso benvenuto che mi avete riservato, in questa piazza, dedicata a Sant’Oronzo, patrono della città”.
Ringraziò particolarmente mons. Cosmo Francesco Ruppi, il grande tessitore di una visita straordinaria, per averlo invitato già il 29 giugno 1989, in occasione dell’imposizione del pallio di metropolita.
Con due interventi non previsti, ebbe successivamente modo di ricordare, chiaramente con testi improvvisati, la ricorrenza di San Giuseppe da Copertino e la sua ammirazione: “Che bellezza questo duomo! Che bellezza questa architettura! Ma soprattutto che bellezza la Chiesa che vive, che si unisce al suo vescovo e attraverso il suo vescovo al Papa!”.
Particolarmente impegnativi l’invito ai giovani di costruire una società degna dell’uomo, le proposte ai cristiani di riuscire a coniugare in una logica di servizio contemplazione e azione, la presentazione delle scelte profetiche di San Filippo. Smaldone, la sfida di affrontare la modernità con una nuova evangelizzazione…
Tanto che mons. Ruppi, ricordandone i rilevanti temi ecclesiali e civili, amava definire il magistero presentato da Giovanni Paolo II nel capoluogo salentino come la “enciclica leccese”.
Il prezioso archivio fotografico di Vittorio e Arturo Caprioli sosterrà la memoria dei lettori sulla prima giornata della visita.