Non poteva mancare proprio lui che il 17 maggio del 1970, 48 anni fa, ricevette il sigillo sacramentale dell'Ordine sacerdotale da un pontefice che ieri è stato ufficialmente proclamato santo da Papa Francesco.
Mons. Giancarlo Polito - parroco di San Matteo in Lecce e Maestro delle celebrazioni liturgiche episcopali da una vita: ben cinque sono infatti i vescovi di Lecce che ha servito durante il suo ministero presbiterale guidandoli e accompagnandoli sull'altare con competenza e con stile - ieri mattina era tra i settantamila per partecipare e concelebrare, da una posizione privilegiata di Piazza San Pietro, all'Eucarestia presieduta da Papa Francesco durante la quale ha proclamato santi sette testimoni della fede tra i quali, sicuramente il più conosciuto e il più popolare: San Paolo VI, Giovanni Battista Montini. Il pontefice del Vaticano II, colui che pose mano con coraggio al rinnovamento della vita della Chiesa cattolica, riforma liturgica compresa, della quale don Giancarlo resta un fedele interprete e attuatore.
Fu il vescovo di Lecce Francesco Minerva a segnalarlo alla Santa Sede nel 1970 perché fosse tra i 278 diaconi (uno per ogni diocesi di tutto il mondo) a ricevere l'Ordinazione sacerdotale in Piazza San Pietro da Paolo VI nel giorno del suo 50° anniversario di sacerdozio. Lo volle festeggiare così il Papa santo, donando ad alcuni giovani la stessa grazia che mezzo secolo prima aveva investito la sua vita in maniera talmente profonda ed essenziale fino a portarlo sulla Cattedra di Pietro.
Questo l'invito del Papa durante l'omelia di quel giorno a don Giancarlo e ai suoi 277 confratelli: "Il prodigio, ricordatelo sempre, oggi avviene in voi, ma non per voi; è per gli altri, è per la Chiesa, ch’è quanto dire per il mondo da salvare. La vostra è una potestà di funzione, come quella d’un organo speciale a beneficio di tutto un corpo. Voi diventate strumenti, diventate ministri, diventate mancipi al servizio dei fratelli".
"Voi intuite - proseguì Paolo VI - i rapporti che nascono da questa elezione fatta di voi: rapporti con Dio, con Cristo, con la Chiesa, con l’umanità. Voi comprendete quali doveri di preghiera, di carità, di santità, scaturiscono dalla vostra sacerdotale ordinazione. Voi intravedete quale coscienza dovrete continuamente formare in voi stessi per essere pari all’ufficio di cui siete investiti. Voi capite con quale mentalità spirituale ed umana dovrete guardare il mondo, con quali sentimenti e con quali virtù esercitare il vostro ministero, con quale dedizione e quale coraggio consumare la vostra vita in spirito di sacrificio uniti a quello di Cristo".
"Voi sapete - concluse Montini prima dell'invocazione dello Spirito - tutto questo, ma non cesserete di ripensarvi per quanto durerà - e sia lungo e sereno - il vostro terreno pellegrinaggio. Non temete mai, Figli e Fratelli carissimi. Non dubitate mai del vostro Sacerdozio. Non lo isolate mai dal vostro Vescovo e dalla sua funzione nella Santa Chiesa. Non lo tradite mai! Noi ora non vi diremo di più. Ma noi ripeteremo per voi la preghiera, come altra volta facemmo per novelli Sacerdoti da noi ordinati".
Un programma di vita che don Giancarlo continua a vivere nella Chiesa di Lecce al servizio del suo pastore e dei fratelli. Anche lui ieri era lì - insieme con l'arcivescovo Michele Seccia, con don Flavio De Pascali e con don Nicola Macculi - per dare, con la sua presenza e con la preghiera di ringraziamento, un'ulteriore testimonianza della santità di quell'uomo di Dio che è stato Paolo VI, padre della Chiesa universale e 'padre' del suo sacerdozio ministeriale.