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La sala dell’episcopio gremita di gente per la commemorazione dell’arcivescovo Cosmo Francesco Ruppi affidata a mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano.

Riposare nella cattedrale di Lecce era un personale desiderio dell’arcivescovo Ruppi come dal suo testamento spirituale, anche se precisa mons. Semeraro “conservare le spoglie di un vescovo nella cattedrale della Chiesa che ha guidato è, d’altra parte un’antica usanza”. La relazione del vescovo di Albano  delinea il percorso di mons. Ruppi alla guida della Chiesa di Lecce dal gennaio 1989 all’aprile 2009, non senza commozione, chiedendosi “perché ho accettato di tenere questo ricordo dell’arcivescovo Ruppi? Perché avrei dovuto farlo proprio io, a Lecce? “. La risposta è un ripercorrere la registrazione  dei ricordi e del rapporto affettivo e filiale che lo ha legato all’arcivescovo: suo alunno negli anni del liceo, poi suo collega d’insegnamento, suo collaboratore negli anni dell’episcopato leccese e infine “mons. Ruppi fu primo vescovo consacrante nella mia ordinazione episcopale”. Non un ripercorrere la vita e le opere, ma il delineare i tratti tipici di ‘don Cosmo’, come guida, vescovo e sentinella della Chiesa: “ecco, allora, che dal passato si apre una strada che, integrandolo purificato, permette di procedere oltre e di vivere bene i nuovi tempi, che l’amore di Dio chiama a vivere”.

 Servizio fotografico di Arturo Caprioli.

 

 

 

 

 

 

 

 

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