Con la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Aperuit illis, firmata il 30 settembre 2019 nella memoria liturgica di San Girolamo, Papa Francesco ha stabilito che «la III domenica del Tempo ordinario sia dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio» (n. 3).
«Il giorno dedicato alla Bibbia - ha precisato - vuole essere non “una volta all’anno”, ma una volta per tutto l’anno, perché abbiamo urgente necessità di diventare familiari e intimi della Sacra Scrittura e del Risorto, che non cessa di spezzare la Parola e il Pane nella comunità dei credenti» (n. 8).
Non è banale notare come questa iniziativa si inserisca perfettamente nel magistero dell’arcivescovo Michele Seccia che non cessa mai di sottolineare l’importanza dell’ascolto della Sacra Scrittura soprattutto nella celebrazione eucaristica: «“Parla, Signore, che il tuo servo ti ascolta” (1 Sam 3,10): è l’invocazione che con sincerità dobbiamo rivolgere al Signore, ogni volta che ascoltiamo proclamare, durante la liturgia della Parola: Parola di Dio e, poco dopo, Parola del Signore! […] Nel momento in cui essa viene proclamata nell’assemblea o meditata personalmente, la Parola di Dio vive nel cuore di chi l’ascolta e prende forma nella sua carne. […] Quando siamo a contatto con la Parola, perché illumini il nostro cammino, dobbiamo ripetere sempre: Signore, cosa mi vuoi dire? Scopriremo l’originale novità del messaggio che il Signore ci rivolge, così come unico è il rapporto di amicizia che coltiva con ciascuno di noi» (Ascolta popolo mio, n. 21).
Per valorizzare l’opportunità offerta dal Papa, l’Ufficio liturgico diocesano e l’Apostolato biblico diocesano hanno rivolto a tutte le comunità due proposte celebrative formulate (qui allegate) in conformità alle indicazioni del «motu proprio» (cf. n. 3), mentre l’Ufficio catechistico diocesano e Ufficio per la Pastorale familiare hanno programmato il Mandato ai catechisti e agli operatori conferito dal vescovo in cattedrale alle ore 18 con l’auspicio che «per il ministero che rivestono di aiutare a crescere nella fede, sentano l’urgenza di rinnovarsi attraverso la familiarità e lo studio delle Sacre Scritture, che consentano loro di favorire un vero dialogo tra quanti li ascoltano e la Parola di Dio» (Aperuit illis, n. 5).