Intensa celebrazione ecumenica per l'unità dei cristiani, ieri sera, presso la chiesa di San Giacomo (detta anche di San Pasquale), a Lecce.
La chiesa - com'è noto - è stata concessa dall' Asl di Lecce, nella persona del direttore generale Rodolfo Rollo, all'arcivescovo metropolita di Lecce, Michele Seccia che ha voluto offrirla in comodato d'uso alla comunità ortodosso-rumena del Salento guidata dal Padre Ovidiu Grancea. Oltre alla numerosa partecipazione dei fedeli, erano presenti, in rappresentanza della Asl, il dott. Antonio Pastore e, per la comunità greco-ortodossa, Papas Giovanni Giannoccolo e la prof. Isabelle Otzacjan Bernardini.
Il presule lupiense, con il presbitero rumeno e il pastore Tommaso Carpino della Chiesa evangelica internazionale hanno incentrato la preghiera e le riflessioni sull'ospitalità, partendo dall'accoglienza riservata dai maltesi ai naufraghi, che con l'apostolo Paolo, giunsero fortunosamente sulle coste dell'isola: "Ci trattarono con gentilezza"(Atti 28,2), è stato il tema per la preghiera di quest'anno. I tre celebranti hanno voluto dimostrare quanto l'amore e il rispetto reciproco siano la spina dorsale della preghiera per l'unità e quanto sia importante che questo atteggiamento accompagni l'agire di tutti, in tutti i giorni dell'anno.
Il delegato diocesano per l'ecumenismo, mons. Carlo Santoro, citando Papa Francesco, ha sottolineato che "tutti sono invitati a pregare insieme perché l'Unità, che è dono di Dio, si realizzi presto, come vuole Lui e non come pensiamo noi".
Per la preghiera di ieri, dai fedeli delle diverse comunità cristiane, sono stati portati in chiesa otto simbolici remi, ciascun remo con una di queste otto parole: riconciliazione, luce, speranza, fiducia, forza, ospitalità, conversione e generosità. Queste parole sono state pregate come dono dal Signore, come dono di reciprocità per costruire l'unità nell'unica barca che è la Chiesa.