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Il nostro Vescovo Michele, per domani 3 aprile, venerdì di passione – a Lecce da lunga tradizione alla devozione per la Vergine Addolorata -, ha indetto una Giornata diocesana penitenziale di digiuno e di preghiera.

 

 

 

Nel mercoledì delle Ceneri, all'inizio della Quaresima, il brano del Vangelo (Mt 6,1-6.16-18) ci ha indicato il programma spirituale di questi quaranta giorni: preghiera, digiuno, carità.

Questo programma di vita spirituale appartiene, da sempre alla vita e soprattutto alla prassi penitenziale della Chiesa. Infatti, esso da sempre risponde al bisogno del cristiano di convertirsi a Dio, di richiedere il perdono per i peccati, di implorazione dell’aiuto divino, di rendimento di grazie.

In questo tempo, di prova in cui stiamo sperimentando la privazione della presenza fisica alle celebrazioni, di distanziamento sociale, l’invito del nostro Vescovo ci dà la possibilità di riscoprire il vero senso del digiuno cristiano, che ci deve far uscire dal nostro egoismo e portarci essenzialmente ad una delicata attenzione agli altri, in modo particolare verso i più poveri come ci ricorda Sant’ Ambrogio: “Quanto sarebbe religioso il digiuno, se quello che spendi per il tuo banchetto lo inviassi ai poveri!” ( Ambrogio, La storia di Nabot).

Nella pratica del digiuno, il profeta Isaia ci mette in guardia da una  possibile insidia che è quella della falsità del formalismo e ricorda quale è il digiuno gradito al Signore: “… Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo…” (Is 58,6-7).

Quali sono, dunque, le norme della Chiesa nel giorno del digiuno? Ecco quelle indicate dalla Nota pastorale Cei: “il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza”.

- La legge del digiuno «obbliga a fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po' di cibo al mattino e alla sera, attenendosi, per la quantità e la qualità, alle consuetudini locali approvate .

- La legge dell’astinenza proibisce l’uso delle carni, come pure dei cibi e delle bevande che, ad un prudente giudizio, sono da considerarsi come particolarmente ricercati e costosi.

- Il digiuno e l’astinenza, nel senso sopra precisato, devono essere osservati il Mercoledì delle Ceneri (o il primo venerdì di Quaresima per il rito ambrosiano) e il Venerdì della Passione e Morte del Signore Nostro Gesù Cristo; sono consigliati il Sabato Santo sino alla Veglia pasquale.

- L’astinenza deve essere osservata in tutti e singoli i venerdì di Quaresima, a meno che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità (come il 19 o il 25 marzo).

In tutti gli altri venerdì dell’anno, a meno che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità, si deve osservare l’astinenza nel senso detto oppure si deve compiere qualche altra opera di penitenza, di preghiera, di carità.

- Alla legge del digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni fino al 60° anno iniziato; alla legge dell’astinenza coloro che hanno compiuto il 14° anno di età”.

Per il cristiano l’adesione a Cristo morto e risorto esige la lotta contro il peccato che inquina il cuore dell’uomo: di qui il valore della rinuncia. In tal senso, qualsiasi pratica di rinuncia  trova il suo pieno valore solo se compiuta in comunione viva  con Cristo.

Per rispondere all’invito del Vescovo a vivere bene la giornata diocesana penitenziale di digiuno e preghiera, possiamo prepararci, attraverso la lettura della nota pastorale della Conferenza Episcopale Italiana (LEGGI SOTTO) appena citata.

 

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