"Seppellire i morti" è un'opera di misericordia e, almeno quest'atto di umana pietà, in tempi di pandemia e di forte emergenza sanitaria, sia pur con le dovute precauzioni, fino ad oggi, è stato possibile compierlo.
Ma migliaia e migliaia di salme, e non solo di morti a causa del virus invisibile, non hanno goduto dell'onore dovuto al corpo dei defunti "divenuto con il battesimo, tempio delle Spirito Santo". Sono passati da questo mondo al Padre spesso in totale solitudine e senza il conforto dei sacramenti. E con essi migliaia di famiglie hanno dovuto vivere e vivono ancora oggi il dolore della grave perdita, spesso anche di persone giovani, nell'isolamento totale, senza il conforto della comunità e la preghiera liturgica della Chiesa Solo una sobria - per paura del contagio - benedizione del feretro al cimitero e subito la sepoltura.
Succede anche nella diocesi di Lecce. Da Torchiarolo a Melendugno, passando per Monteroni (dove ad oggi - tra i comuni del Salento - si è registrato il più alto tasso di mortalità da Covid-19), centinaia di defunti sono passati direttamente dal letto di morte alla tomba. "I cristiani - è scritto nell'introduzione al Rito delle esequie - intendono affermare senza reticenze la loro speranza nella vita eterna; [...]". E ancora: "La liturgia cristiana dei funerali è una celebrazione del mistero pasquale di Cristo Signore. Nelle esequie, la Chiesa prega che i suoi figli, incorporati per il Battesimo a Cristo morto e risorto, passino con lui dalla morte alla vita e, debitamente purificati nell'anima, vengano accolti con i santi e gli eletti nel cielo, mentre il corpo aspetta la beata speranza della venuta di Cristo e la risurrezione dei morti". Niente di tutto ciò è possibile in emergenza Coronavirus.
“Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello – ha detto giorni fa l'arcivescovo di Bologna, il card. Zuppi durante la messa celebrata al santuario della Vergine di San Luca -. Una lotta che abbiamo visto in queste settimane, entrare nelle nostre case, strapparci persone care, rivelare la nostra fragilità. Si è combattuto in tanti luoghi di assistenza e in realtà ci ha coinvolto tutti”. Davanti alla immagine della Madonna del santuario bolognese erano stati deposti i nomi di quanti sono morti in queste settimane. “I nomi, non i numeri - ha spiegato il porporato -, perché per una madre ognuno è lui, è il mio figlio, e non accetterà mai che sia perduto nell’anonimato. E guai ad una città e una patria che accettano per chiunque che questo avvenga! Ne andrebbe del suo umanesimo e del suo livello di vita”.
I nomi, dunque. Di numeri davanti a Dio neanche a parlarne: "ognuno è lui". Ne è convinto anche l'arcivescovo Michele Seccia che ha voluto lanciare in diocesi l'iniziativa #SCRITTINEICIELI. L'hastag (che da oggi si aggiunge a quello di coraggioso invito alla comunione - #INSIEMENONOSTANTE - e che ci accompagna ormai da più di un mese) è esplicitamente la citazione di Lc 10,20. Si tratta del brano che racconta del ritorno dei settantadue discepoli dalla missione. Entusiasti per aver compiuto meraviglie tra le persone incontrate lungo il cammino di città in città fino a liberarle dagli spiriti maligni. E Gesù che li rassicura e li incoraggia: "Vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli»".
Si inizia oggi. Durante la messa vespertina per tutta la comunità diocesana, in onda su Portalecce in streaming e su Telerama in tv, saranno ricordati i nomi (suddivisi ogni giorno per comunità parrocchiale) di coloro che "se ne sono andati" in solitudine. Sarà la Chiesa di Lecce a pregare per loro e a unirsi in cristiana solidarietà alle loro famiglie colpite dal grave lutto. I parroci che hanno provveduto a fornire i loro nomi, avranno cura anche di avvertire familiari e amici dei defunti. Non solo. Da oggi nell'articolo che ricorda gli appuntamenti liturgici giornalieri, sarà premura di Portalecce - oltre che dei parroci interessati - comunicare i nomi e la comunità parrocchiale di appartenenza per i quali verrà offerto il sacrificio eucaristico.
In allegato un primo calendario delle messe in suffragio fino al 6 maggio in attesa di sapere quando sarà possibile riaprire le azioni liturgiche alla partecipazione della comunità.