La cattedrale e l’annesso campanile necessitano di lavori di manutenzione e che ne incentivino l’utilizzo a beneficio della collettività.
Per questo motivo l’arcivescovo Seccia insieme a mons. Flavio De Pascali parroco della chiesa madre della diocesi hanno pensato ad una assemblea presbiterale che si è svolta ieri, 1° luglio, nel salone dell’episcopio.
Entrambi i beni, gioielli a pieno titolo del barocco leccese, rappresentano un vanto di cui fregiarsi non solo in quanto bellezze cittadine, ma anche per l’intera comunità diocesana.
Gli interventi che riguarderanno la chiesa cattedrale mireranno ad un consolidamento delle fondamenta e del soffitto con un ingente interessamento degli aspetti artistici inerenti tele ed altari laterali.
Spiega don Flavio De Pascali: “siamo davanti a delle strutture che assurgono al ruolo di patrimonio artistico e architettonico talmente unico da doverne essere altamente responsabili per il modo con cui le sappiamo custodire e consegnare alle future generazioni”.
Ad essere interessata da interventi tecnici sarà anche la torre campanaria che, già restaurata a livello edile, mira ad essere dotata di un ascensore che possa renderla utilizzabile dai visitatori che in tanti giungono in quella che è il simbolo della leccesità: Piazza Duomo.
Promotrice di questa opera di rinnovamento, nel rispetto di norme e regolamenti e secondo procedure concordate e stabilite con gli enti preposti, sarà la cooperativa sociale ArtWork (gestore tra l’altro del progetto LeccEcclesiae ndr) che, già impegnata nella tutela, nella valorizzazione e nella salvaguardia di beni ecclesiastici si pone l’obiettivo di creare opportunità per l’intero territorio, promuovendone il patrimonio storico artistico e favorendo lo sviluppo culturale e turistico.
Denota Seccia: “il fatto di essere qui, come presbiterio diocesano a studiare le possibili soluzioni perché un nostro bene possa essere reso fruibile da e per l’intera collettività, deve inorgoglirci e responsabilizzarci perché dal modo con cui gestiamo ciò che da migliaia di anni ci viene artisticamente tramandato dipende la testimonianza della bellezza di Dio che riusciamo a donare alla nostra gente”.
Da qui, l’idea di poter metter su una Fabbrica, un ente creato appositamente per la gestione dell'insieme delle opere necessarie per la cura edilizia e artistica della chiesa cattedrale, con l’intento di garantirne una assidua manutenzione ed una accurata efficienza che ne possano custodire sempre vivo lo splendore e la magnificenza.
Entusiasta l’arcivescovo che definisce quella di ieri come “una testimonianza della comunione di intenti che deve animare la vita diocesana, la quale non è soltanto demandata alla attività del pastore ma è opera osmotica di una chiesa intera che quì vive, cammina e opera”.
Con questi sentimenti la Chiesa di Lecce si appresta ad essere, ancora una volta, serva della bellezza che, per ogni cristiano reca il volto del Signore.