Il 20 giugno scorso moriva Reno Sacquegna. E dopo aver assolto alla sua volontà - l’ultimo saluto esequiale a San Lazzaro, la sua comunità - oggi l’arcivescovo adempie alla sua promessa: il trigesimo in cattedrale oggi alle 19.
Al termine del rito presieduto a San Lazzaro lo scorso 21 giugno, mons. Michele Seccia espresse la volontà di presiedere la messa di trigesima in cattedrale. E non solo per consentire agli amici che non hanno potuto partecipare ai funerali di pregare insieme per l’anima benedetta di Reno - troppo piccola San Lazzaro con gli ingressi contingentati - ma soprattutto per lodare il Signore nella chiesa madre della diocesi per aver donato alla Chiesa di Lecce un generoso protagonista nella stagione post conciliare, testimone autentico del vangelo di Gesù Cristo soprattutto nel mondo della scuola dove ha trascorso gran parte della sua vita, servo buono e fedele dei pastori che si sono succeduti alla guida di questa porzione del gregge com’è nel dna di ogni associato di Azione cattolica. Scuola e Azione cattolica, le sue grandi passioni. Le cornici di un impegno cristiano che hanno fatto di lui un grande esempio di vita evangelica da imitare. Esempio di cui la Chiesa di Lecce oggi è orfana.
“Mi sembra doveroso - diceva Seccia nell’omelia un mese fa -, nella continuità del ministero episcopale, dire grazie al Signore per il dono che Reno è stato per questa nostra diocesi, per il modo con cui si è reso aperto ai segni dei tempi e per la grande capacità di servizio che ha dimostrato verso questa i miei predecessori che lo hanno visto attento e responsabile incarnatore del Vangelo”.
Ha voluto essere discreto sino alla fine, nell’incomprensibile odierno paradosso della morte in solitudine, in mezzo alla morte di massa.
“Ad 84 anni - aggiungeva Nicola Paparella esaltando in lui il profondo sensus Ecclesiae e sottolineando il suo impegno civile in un ARTICOLO apparso su Portalecce - conservava ancora la sua straordinaria capacità di accogliere e di condividere, di suggerire e di guidare, di interpretare e di orientare. Aveva tanto lavorato nell’Azione cattolica e negli organismi pastorali, diocesani e nazionali, condividendo con mons. Ugo De Blasi, con Lilia Fiorillo e con tanti altri amici comuni, il senso di un servizio alla persona, vissuto con generosità, come esperienza di spirituale paternità. […] Molto ascoltato sia in sede ecclesiale che nei contesti di governo della città, aveva saputo infondere fiducia e speranza, colorando di amicizia l’incontro interpersonale e conferendo fecondità al dialogo e alla collaborazione”.
Appuntamento stasera, dunque, alle 19, per pregare con lui e per lui che è già nel cuore di Dio.