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Ieri, in una mattinata di riflessione presso l’oratorio parrocchiale di Merine, il presbiterio diocesano si è riunito intorno al suo arcivescovo Michele Seccia per pregare in comunione ma in particolare, per programmare il nuovo anno pastorale.

 

 

Una Chiesa che si vuole riscoprire nella sua sinodalità anche nella pastorale dove, la figura del presbitero-guida sia sempre più affiancata da una pluralità di carismi laicali che oggi risultano essenziali nel proporre e condurre la nuova evangelizzazione.

L’incontro con il pastore è servito ai sacerdoti, specie ai parroci, innanzitutto per fare un primo bilancio a dieci settimane circa dal ritorno delle comunità alle liturgie e poi per cercare una soluzione per la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, in particolare prime comunioni e cresime, tutte rinviate a causa dell’emergenza sanitaria.

Le comunità parrocchiali sono sempre più chiamate a riprogrammarsi con iniziative comunitarie per un servizio di missione evangelizzatrice della Chiesa, che diventa fondamentale per una conversione pastorale sempre più efficace e che tocca l’esistenza con itinerari mistagogici che tocchino davvero l’esistenza.

L’arcivescovo, ha poi annunciato l’uscita imminente della seconda lettera pastorale dal titolo: “Chi spera in Dio non resta deluso. La forza della speranza”. La prima lettera “Ascolta popolo mio” rimane ancora attuale soprattutto per la progettazione e l’azione pastorale e per vivere le relazioni in un ascolto che scomoda e che pone le parrocchie servizio delle città.

 

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