Nel salone dell’antico seminario di Piazza Duomo a Lecce è stato presentato ieri mattina il Fondo San Giuseppe lavoratore.
Un atto concreto di speranza e di solidarietà che si volge ad aiutare i lavoratori in difficoltà, specialmente i colpiti dalla crisi causata dalla pandemia che stiamo ancora vivendo. L’arcivescovo Michele Seccia lo aveva annunciato durante il suo discorso alla città lo scorso 24 agosto in occasione della festa dei santi patroni ed è giunto il momento di rendere questa iniziativa reale e concreta nella diocesi.
La carità si fa aiuto concreto nel segno vivo della speranza che non può che essere un valore distintivo di questo particolare momento storico che il mondo intero sta attraversando. “Il lavoro, che è la fonte della dignità sociale dell’uomo, non può essere trascurato proprio nei periodi di difficoltà” ha affermato don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio dei problemi sociali e del lavoro della Cei che è stato presente e attivo sostenitore del progetto.
Hanno inoltre partecipato, assieme all’arcivescovo, tutti i fautori di questa iniziativa, da don Nicola Macculi, direttore della Caritas diocesana, Paolo Babbo, presidente di ArtWork, la cooperativa che gestisce il progetto LeccEcclesiae, che attraverso una quota dei ticket d’ingresso nelle chiese finanzierà in buona parte il Fondo San Giuseppe, Annarita Quarta, direttrice dell’Ufficio di pastorale del lavoro, ad Emanuele Parlangeli del Progetto Policoro.
“Un progetto che nel suo piccolo fa la sua parte significativa e concreta - ha affermato l’arcivescovo - un salvadanaio a cui poter attingere nei momento di difficoltà e così sostenere i tanti lavoratori del nostro territorio già colpiti da difficoltà economiche e che soprattutto adesso hanno bisogno di un segno vero di speranza”. L’occasione è coincisa anche con il primo anniversario della firma della Carta dei Servizi del Progetto Policoro di Lecce, a ulteriore testimonianza di come la diocesi si stia ponendo sempre più con attenzione e con atti di sostegno concreti verso i problemi sociali e lavorativi del nostro territorio.
Photogallery di Arturo Caprioli