Domani 16 novembre, la Chiesa fa memoria di SanGiuseppeMoscati, il noto medico napoletano, che dedicò la sua vita e il suo lavoro ai poveri e agli emarginati. In tale ricorrenza, sulle frequenze di Radio Maria, dalla cappella, dedicata al santo, del polo oncologico “Giovani Paolo II” di Lecce sarà trasmessa la S. Messa, celebrata da donAntonioPodo, con il Rosario e le Lodi a partire dalle ore 7.30. Alle 17, invece, celebrerà l'eucarestia don Maurizio Ciccarese.
Tra i devoti del grande medico è il dott. Prisco Piscitelli, specialista in igiene e medicina preventiva presso il Dipartimento di prevenzione dell’Asl di Lecce, ricercatore epidemiologo dell’Istituto scientifico biomedico Euromediterraneo, medico campano della diocesi di Acerra, situata tra il beneventano dove è nato Moscati e la provincia di Caserta. Come molti, il giorno 16 pregherà sulla tomba del santo, “con cui ama parlare in napoletano”. Spesso, in quanto docente di Economia sanitaria all’Università del centro storico di Napoli, Piscitelli si trova a passare non senza emozione dall’Ospedale degli Incurabili, dove Moscati ha profuso la sua vita professionale ed umano- cristiana.
“Interessanti sono le orme salentine di Giuseppe Moscati - egli afferma - Fu, infatti, allievo prediletto di Giuseppe Bottazzi, grande clinico medico del meridione trapiantato a Napoli, ove dirigeva lo studio di Fisiologia”. Bottazzi era originario di Diso, in cui esiste ancora la sua villa e dove Moscati sostò per ben due volte al suo seguito dopo il viaggio in treno e, poi, da Lecce in carrozza.
“Qualche frammento di episodio - continua Piscitelli - riscontrabile in alcune biografie, racconta che, in particolare, giunti di domenica in questa dimora, i due medici parteciparono alla messa nella cappella privata di famiglia. Dal lunedì successivo, Moscati, abituato all’eucaristia quotidiana nella chiesa napoletana del Gesù, alzandosi di mattina presto si recò a messa insieme con i contadini del luogo nella chiesa dei SS. Filippo e Giacomo, durante la sua settimana di permanenza a Diso. Quando Bottazzi lo venne a sapere si rammaricò con Moscati di non avergli messo a disposizione un cappellano nella sua tenuta, ma il santo si schermì.
“Molti salentini conservano ancora, per lo più a Poggiardo, in cui Moscati sicuramente effettuò alcune visite mediche, ricette con la sua firma in calce. Infine- conclude Piscitelli - evento, di certo, rilevante fu il suo incontro fortuito, nel viaggio di ritorno in Campania, in treno, presso la stazione di Latiano, con Bartolo Longo, il fondatore del santuario di Pompei, avvocato e amministratore delle proprietà di una nobildonna napoletana, con il quale, in seguito, Moscati si rivide nel centro partenopeo”.
.