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Il 6 novembre è una data tanto cara alla Chiesa di Lecce che celebra in tale giorno l’anniversario della Dedicazione della chiesa cattedrale.

 

 

Dedicata all’Assunta e inserita nella splendida cornice di Piazza del Duomo, tra il campanile, l’episcopio e il palazzo dell’antico seminario, la cattedrale si presenta agli occhi dei visitatori con il suo prospetto laterale, mentre il principale appare quasi nascosto.

Una facciata che Zimbalo rende più ricca per accogliere, in un arco di trionfo, le statue dei nuovi santi patroni, Oronzo, Giusto e Fortunato e lo stemma del vescovo Luigi Pappacoda, personaggio chiave della storia religiosa e artistica della Lecce del Seicento.

I primi documenti storici che parlano della presenza di una sede vescovile a Lecce risalgono ad età normanna, quando nel 1114 il vescovo Formoso Lubelli e il conte Goffredo II fecero costruire il primo campanile.

Nella prima metà del XIII secolo, a causa delle pessime condizioni, la chiesa fu ricostruita.

È al vescovo Luigi Pappacoda che si deve l’attuale aspetto dell’edificio sacro, eretto a partire dal 1659, esaltando la figura di Sant’Oronzo che tre anni prima aveva salvato la città da una epidemia di peste, divenendone il patrono.

L’opera viene affidata al grande architetto e scultore leccese Giuseppe Zimbalo, che conduce i lavori dal 1659 al 1670, arricchendo il tutto con la ricostruzione del campanile, un tempo collocato a lato della facciata principale, impostato sul lato orientale della piazza.

La caratteristica decorazione barocca si impone sulla facciata laterale, che ospita i santi patroni, Oronzo (in alto), Giusto e Fortunato, mentre più classico e lineare appare il prospetto principale che guarda l’episcopio.

Non è soltanto del tempio di pietra che si vuol gioire nella celebrazione di questa sera; in una ottica di fede, il popolo dei cristiani che vive in questo lembo del Salento toccato dall’opera evangelizzatrice di Oronzo, Giusto e Fortunato, ringrazia il Signore per aver posto la sua dimora in tale territorio.

Sarà l’arcivescovo Michele Seccia, stasera alle 19, a presiedere, nella piena osservanza delle norme igienico sanitarie vigenti in materia di contenimento dalla pandemia da Covid 19, la solenne concelebrazione eucaristica in diretta su Portalecce e Telerama (regia di don Andrea Gelardo e commento di don Vito Caputo) a cui si uniranno i sacerdoti che svolgono in città il loro ministero.

Tenuto conto dell'ultimo Dpcm in vigore da oggi, infatti, la segreteria arcivescovile rende noto che «l'arcivescovo esonera i sacerdoti residenti fuori Lecce dal prendere parte alla celebrazione, invitandoli a unirsi spiritualmente e tramite i consueti mezzi di comunicazione che trasmetteranno in diretta l'intera liturgia: lo stesso dicasi per la partecipazione dei laici dal momento ogni parrocchia cittadina potrà essere rappresentata da due fedeli. Altresì, si porta a conoscenza che  i religiosi e le religiose sono incoraggiati a prender parte all’evento, tenendo conto dei limitati posti presenti in cattedrale».

Due i momenti che renderanno singolare questa liturgia: il dono alla comunità diocesana della seconda Lettera pastorale dell’arcivescovo dal titolo “Chi spera in Dio non resta deluso. La forza della speranza” e la consegna, a fine celebrazione, ai vicari foranei, della terza edizione italiana del Messale Romano promossa dalla Conferenza episcopale italiana e che sarà in uso a partire dalla prima domenica di Avvento.

Occorre, pertanto, vivere con esultanza, seppur moderata per i tempi che corrono, questo 6 novembre che, in ogni caso, resterà impresso nella storia della chiesa lupiense come un giorno memorabile.

 

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