“Questa gente deve pur mangiare”. Questa è stata l’espressione di una collaboratrice della mensa per i poveri Regina Pacis di Chisinau, la quale anche se contagiata dal virus si è recata a distribuire i viveri ai poveri, la cui gran parte coinvolti dallo stesso virus, ma in coda per poter mangiare.
“La situazione del paese è molto difficile - sottolinea don Cesare Lodeserto - infatti ogni giorno risultano positivi il 40% di coloro che si sottopongono ai tamponi. È una situazione senza controllo. Nei giorni scorsi abbiamo messo in quarantena la casa dei bambini ed ora anche la mensa, pur continuando a servire i pasti in forme differenti. Oltre alla sofferenza per il virus, non possiamo lasciare questa gente senza cibo”.
Insieme a don Cesare, anche don Massimiliano Mazzotta è impegnato in questa lotta impari, con tenacia e generosità. Infatti è lui che si prodiga quotidianamente a cucinare per i ragazzi della casa-famiglia, oltre a seguire le altre attività.
“La pandemia - ha continuato don Cesare - ci sta facendo ancor di più riscoprire la bellezza di questa missione, vissuta per le strade della povertà di un Paese che fa molta fatica a rinascere. La Fondazione Regina Pacis, pur avendo molti collaboratori colpiti dalla pandemia, continua la sua opera, perché Papa Francesco ha chiesto di non lasciare solo nessuno. Così deve essere”.
Don Antonio Montinaro, vicario episcopale per l’economia, a nome dell’arcivescovo Michele Seccia, insieme a don Mauro Carlino e a don Attilio Mesagne, ha raggiunto telefonicamente don Cesare per incoraggiare il lavoro dei due preti leccesi missionari in Moldavia e per assicurare anche un segno concreto di vicinanza e di affetto.
“Siamo lì con voi - ha detto don Antonio a don Cesare - ed a nome dell’arcivescovo giunga a te e don Massimiliano il nostro abbraccio e la nostra preghiera”.
L’arcivescovo di Lecce non lascia solo nessuno…