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Esulta, ancora una volta, la nostra Chiesa di Lecce per la nomina a Cardinale di Santa Romana Chiesa di uno dei suoi figli migliori, mons. Marcello Semeraro, il nostro carissimo “don Marcello”.

 

 

Mi unisco con gioia agli auguri espressi dal nostro carissimo arcivescovo mons. Michele Seccia, ringraziando il Signore che guarda con segni di benevolenza alla nostra arcidiocesi,

Ma la mia grande gioia è motivata non solo da legami di antica e sincera reciproca amicizia, ma anche e soprattutto da vincoli spirituali e pastorali che sono indelebili.

È la gioia di un anzianissimo cardinale leccese che abbraccia con grande affetto tra i membri del Collegio dei Cardinali un suo confratello leccese, del quale ha sempre ammirato i grandi doni ricevuti dal Signore: l’intelligenza viva, l’alto profilo di teologo e di docente attento ai segni dei tempi, la versatilità nello scrivere, come attesta la sua ampia bibliografia, la chiarezza nel parlare, come attestano le innumerevoli richieste di conferenze, e soprattutto la profonda interiorità spirituale, l’instancabile e creativa carità  pastorale, l’amabilità del tratto, la sincerità dell’amicizia, lo stile semplice  del nostro Salento, alieno da ogni forma di protagonismo mediatico, segno di vera grandezza e segreto di sincera ammirazione.

E con sincera e crescente ammirazione l’ho conosciuto come seminarista esemplare e sacerdote fedele nei diversi e delicati uffici di vicerettore del seminario diocesano e di quello regionale, di vicario episcopale per il laicato della nostra diocesi e di docente di ecclesiologia nella Pontificia Università Lateranense, svolti tutti con solida competenza e con vivo senso di responsabilità.

Non potrò mai dimenticare la generosa e preziosa collaborazione da lui offerta su mio invito alla Commissione episcopale per il laicato della Cei nella redazione della importante e attesa Nota pastorale Le Aggregazioni Laicali nella Chiesa del 9 aprile 1993: e d’allora si è intensificata la mia ammirazione per lui e la reciproca amicizia sacerdotale.

E grande fu la mia gioia quando nel 1998 dal Papa San Giovanni Paolo II don Marcello fu nominato vescovo di Oria, la mia prima diocesi, e quindi secondo mio successore in quella sede: un nuovo legame sacramentale dopo quello dell’ordinazione presbiterale ricevuta ambedue attraverso l’imposizione delle mani dell’indimenticabile mons. Francesco Minerva, per noi vero padre e saggio educatore.

D’allora la nostra fraterna amicizia è diventata più sentita, e ho seguito sempre con crescente soddisfazione i diversi e importanti ministeri che il Signore, attraverso la fondata fiducia degli ultimi tre Papi, gli ha affidato a servizio sia della Chiesa italiana sia della Chiesa universale.

A servizio della Chiesa italiana da San Giovanni Paolo II gli è stata affidata la più grande e impegnativa diocesi suburbicaria di Albano; nella Conferenza episcopale italiana è stato eletto membro e poi presidente della Commissione episcopale per la dottrina della fede, e come presidente della Nuova Avvenire Editoriale

A servizio della Chiesa universale da San Giovanni Paolo II è stato nominato Consultore della Congregazione per il clero e da Benedetto XVI, quasi profeticamente, membro di quella delle cause dei santi.

Ma le sorprese del Signore si sono rivelate soprattutto con Papa Francesco.

Mi ero molto rallegrato quando il 15 marzo 2001 San Giovanni Paolo II scelse don Marcello come Segretario speciale alla X Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi sul ministero dei vescovi come servitori del vangelo: un segno di altissima stima per la preparazione culturale, spirituale e pastorale di don Marcello.

Relatore aggiunto in quell’Assemblea era il card. Jorge Mario Bergoglio, col quale don Marcello ha dovuto collaborare nella stesura e nella presentazione della successiva Esortazione Apostolica Pastores Gregis: una collaborazione molto apprezzata dal card. Bergoglio e diventata fraterna amicizia.

Ne ho avuta la prova più convincente proprio all’indomani della elezione di Papa Francesco. Tutti i cardinali dovevamo partecipare alla sua prima messa papale nella Cappella Sistina e al seguente incontro personale col nuovo Papa per l’atto di obbedienza. Don Marcello mi telefonò per dirmi di portare al Papa il suo saluto.

Quando mi sono inginocchiato, abbracciandolo, gli ho detto che lo salutava mons. Semeraro, e con mia grande e lieta sorpresa mi son sentito dire: “Grazie. Gli telefonerò subito”. Cosa che fece davvero subito, invitando don Marcello di andarlo a trovare, per cui la prima udienza ufficiale nel nuovo pontificato è stata quella di “Sua Eccellenza Reverendissima mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano”.

Compresi allora come il Signore, per l’altissima stima e fiducia del nuovo Papa, avrebbe affidato a don Marcello nuovi e più delicati servizi nella sua Chiesa, da esercitare con fedeltà e amore.

E con fedeltà e amore don Marcello ha accolto e vissuto l’esperienza delicatissima di segretario del Consiglio di Cardinali, che ha accresciuto la stima e la fiducia di Papa Francesco sino a nominarlo Membro dei diversi Sinodi e infine Prefetto della Congregazione delle cause dei santi con la conseguente creazione cardinalizia.

E proprio in quanto Prefetto di quella Congregazione martedì scorso ha avuto dal Papa il mandato di pubblicare il Decreto delle virtù eroiche del Servo di Dio mons. Fortunato Maria Farina. Non potevo immaginare che un mio grande successore nella Chiesa di Oria avrebbe promulgato il decreto di venerabilità di un santo mio predecessore in quella di Foggia. Sono davvero imperscrutabili i disegni di Dio.

Grazie anche per questo e auguri di cuore, don Marcello carissimo. Benvenuto nel Collegio cardinalizio, come insigne teologo ma soprattutto come zelante pastore. Ti ho ricordato sempre nelle mie preghiere. Ora ancora di più, e affido il tuo e il mio servizio pastorale ai santi, soprattutto vescovi e cardinali, le cui Cause ti saranno affidate, perché ci accompagnino nel cammino verso la santità alla quale siamo tutti chiamati.

                                                                                                                                                                                                          *Cardinale di Santa Romana Chiesa

 

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