Si è tenuto ieri mattina, all’interno della cappella dell’episcopio, ma trasmesso in diretta streaming grazie ad un collegamento della piattaforma di Portalecce, il ritiro spirituale del clero del mese di novembre.
L’arcivescovo ha aperto l’incontro presiedendo la recita dell’Ora media e ricordando don Marco De Carolis, deceduto nei giorni scorsi. Successivamente, tra le altre comunicazioni, ha formalizzato l’annuncio dell’ordinazione diaconale del seminarista Antonio De Nanni il 26 dicembre prossimo in cattedrale, nonché ha confermato l’appuntamento della Giornata del Seminario che si terrà l’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione.
A guidare la riflessione è stato Raffaele Ogliari, monaco di Bose della Fraternità di Ostuni. Egli ha introdotto i sacerdoti collegati online all’interno del tema dell’ascolto, fondamentale dimensione dell’uomo: «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio» (Dt 6,4). L’ascolto è il cuore della spiritualità giudaica e cristiana. Anzitutto l’invito della Parola «Ascolta!», in ebraico Shema’. La Bibbia esalta questo verbo; “ascoltare” è sinonimo di “obbedire”. Si tratta, quindi, di un’adesione intima e non di un mero sentire esterno. Anche Gesù vive nell’ascolto fiducioso del Padre: se leggiamo con attenzione il Vangelo non sono pochi gli episodi nei quali si descrive il Signore intento ad ascoltare.
Perché la Parola sia davvero accolta deve incontrare in noi anzitutto il silenzio: un silenzio vero, colmo della presenza, risonante della Parola, teso all’ascolto, aperto alla comunione.
Importante per il proprio cammino personale nonché per il servizio pastorale che un presbitero può offrire alla sua comunità rimane l’attenzione da porgere all’altro intesa proprio come capacità di ascolto, il quale diviene, per così dire, misura pastorale. Tale capacità emerge in modo eminente nel delicato compito della direzione spirituale e nel sacramento della confessione.
L’ascolto, finalmente, è la via per il raggiungimento della santità. Tutti i cammini di santità iniziano sempre dall’ascolto della parola. È così per la Vergine Maria, figura eccelsa di un ascolto fecondo della parola, capace di accoglierla, custodirla e meditarla incessantemente: «Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19).
Dopo l’incontro, si è osservato un tempo di silenzio per la riflessione personale ed anche un tempo in cui alcuni sacerdoti hanno condiviso le proprie considerazioni sulla meditazione. La recita dell’Angelus ha concluso il ritiro mensile del clero diocesano.
La partecipazione dei sacerdoti è risultata buona e, nonostante le difficoltà del momento presente e le non consuete modalità, come aveva raccomandato il vicario generale mons. Luigi Manca nel suo comunicato al presbiterio, non sono venute meno “l’importanza del momento e l’intensità della comunione”.