Domenica 20 dicembre il neo cardinale, Sua Eminenza Marcello Semeraro, presiederà l’Eucaristia nella cattedrale di Lecce, la chiesa madre della omonima comunità diocesana e del presbiterio di cui egli ha fatto parte dal 1971 al 1998, quando poi è stato nominato vescovo di Oria.
Sarà per don Marcello un’immersione nel grembo della Chiesa che lo ha generato cristiano e presbitero, sarà per noi l’occasione per esultare e lodare il Signore perché un nostro fratello è stato chiamato dal Santo Padre a responsabilità così elevate e a un servizio preziosissimo a favore della Chiesa universale.
Don Marcello, sin dall’inizio del suo ministero sacerdotale, ha messo a disposizione della diocesi e delle Chiese di Puglia i suoi talenti a favore della formazione teologica di tanti giovani aspiranti al sacerdozio, di laici, di consacrati, ma anche la sua arte di costruire comunione fra noi presbiteri e fra i diversi organismi ecclesiali. La Chiesa di Lecce si è sentita altamente onorata per l’alto profilo scientifico che don Marcello aveva raggiunto, tanto da essere fra i nomi di teologi più ricercati e citati.
Ma io desidero tornare sulla sua figura e attività di presbitero al servizio della nostra diocesi, da cui egli mai si è allontanato anche quando ha ricoperto incarichi importantissimi come preside dell’Istituto Teologico Pugliese e docente di ecclesiologia presso la Pontificia Università Lateranense.
I vescovi gli hanno sempre affidato incarichi di grande responsabilità e si sono sempre serviti dei suoi illuminati consigli. Ma don Marcello rimaneva sempre il prete amico, con cui confidarti, con cui scherzare, a cui chiedere un po’ del suo tempo da donare alle comunità parrocchiali.
Quando ero parroco a Campi Salentina, l’ho invitato più volte per celebrazioni e conferenze, consapevole di scegliere nella persona di don Marcello un raro maestro di vita cristiana. È rimasto nella storia della parrocchia matrice di Campi un ciclo di catechesi sul “Padre nostro” di don Marcello, ogni domenica sera per tutta una Quaresima. La chiesa, già tanto grande, era gremita di adulti e di giovani.
Come dimenticare la preparazione al Sinodo diocesano. È stata davvero una grande e bella esperienza di coinvolgimento delle comunità parrocchiali, di tanti settori della società civile, del mondo della cultura. Mons. Ruppi ha avuto il merito di intuire e lanciare questa gigantesca iniziativa ecclesiale, che, affidata al coordinamento di don Marcello Semeraro, nominato, dallo stesso vescovo, vicario per il Sinodo, è diventata un laboratorio di comunione ecclesiale e di ripensamento della pastorale. Don Marcello, negli anni di preparazione al Sinodo, ha fatto sperimentare a tutti noi, il metodo, la fatica, la gioia di “sognare”, “pensare”, “costruire” una Chiesa comunione, sulle orme del Concilio Vaticano II. Mai vi è stata nella nostra diocesi una voglia e un impegno così grandi di studiare i documenti conciliari, sui quali volentieri ci si confrontava e si rifletteva a tutti i livelli. L’ecclesiologia del Vaticano II, di cui don Marcello è stato un insigne maestro nelle più prestigiose cattedre universitarie, era diventata l’orizzonte entro cui la Chiesa di Lecce ha lavorato sotto la sua guida discreta e sicura.
Personalmente non mi meraviglio più di tanto se il Santo Padre lo ha chiamato a tanta elevata responsabilità nella Chiesa universale conferendogli la porpora cardinalizia. La stoffa c’era da tanto tempo, e noi presbiteri della Chiesa di Lecce e suoi fratelli nel sacerdozio ne eravamo felicemente consapevoli.
*Vicario generale