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Quindici anni di ministero e magistero episcopale esercitato nel segno della Parola di Dio, nell’attenzione ai poveri, ai giovani e alle famiglie è stata una priorità privilegiata dell’azione pastorale del vescovo Cristoforo Palmieri.

 

 

A fargli gli auguri, Suor Adelina Marku della Comunità di San Giovanna Antida: “Mons. Cristoforo Palmieri ha accompagnato tutta la nostra missione di suore della carità di San Giovanna Antida a Fane e Rubik. La sua è stata una presenza attenta,  piena di affetto, di calore umano;noi gli siamo profondamente grate, gli siamo affezionate e gli vogliamo bene”.

“I primi anni  sono stati caratterizzati dalla presenza continua di bambini e giovani che aiutavano e accompagnavano le suore dappertutto. Questa presenza continua ancor oggi. Il centro e la parrocchia, che si può dire costituiscono una sola realtà, lavorano per la catechesi e la formazione di bambini, ragazzi, donne con incontri regolari durante tutto l’anno e nei periodi estivi il centro accoglie gruppi provenienti dall’Italia e, negli ultimi due anni, anche dall’America per attività di animazione, evangelizzazione o per campi scuola”.

“Con riconoscenza infinita,diciamo il nostro 'grazie' al Signore per il dono della presenza di mons. Palmieri nella nostra vita missionaria in Albania. La sua e’ ed e’ stata una presenza paterna discreta,  ma sempre molto attenta in qualsiasi nostra necessita’. Abbiamo collaborato nell’opera di evangelizzazione (catechesi, incontri di preghiera.. presenza nei villaggi circostanti), vissuto anche tanti  momenti di fraternita’ all’insegna della gioia e della festa!”.

“Uno dei sogni degli inizi di  Padre Cristoforo era quello di aprire un centro diurno per bambini di eta’ compresa tra i tre e i sei anni. Nacque così il centro diurno 'Te edukosh per Jeten' che negli anni ha accolto centinaia di bambini meno abbienti della citta’, ai quali si offriva anche un solido pranzo”, queste sono le parole di ringraziamento delle Suore Virginia, Giuseppina, Maria e Bernarda, Piccole missionarie di Eucaristia.

A ricordare gli stimoli missionari  è  don Gianfranco Cadenelli, missionario Fidei donum, il quale ricorda Padre Cristoforo come una persona silenziosa. “Il suo silenzio mi stupì. Pensavo di avere da lui informazioni, spiegazioni, istruzioni sui luoghi e sulla missione che mi aspettava. Silenzio. Dopo 18 anni di Albania, capisco bene. Adesso anch’io sono silenzioso quando accompagno le persone a visitare i luoghi della missione. Un po’ perché sono stanco di ripetere, ma soprattutto perché non è possibile spiegare quello che ho nel cuore dopo tanti anni di presenza qui, fra questa gente 'povera e forte' allo stesso tempo. Mi sembra quasi inutile raccontare. È meglio che i visitatori vedano con i propri occhi la realtà, che si stupiscano di quello che vedono. Così, anche Padre Cristoforo, non usava tante parole per illustrarci la situazione dell’Albania di quel tempo… lasciava parlare la situazione che si presentava ai nostri occhi, e anche le opere che aveva fatto e quelle che aveva in cuore di fare”.

 

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