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Non è facile, soprattutto oggi, pensando al mio caro maestro e fratello nel sacerdozio, scrivere qualcosa su don Franco, ma per la fraterna amicizia che ci legava da tanti anni esterno qualcosa che traggo dal mio cuore.

 

 

Servo per amore, dallo sguardo luminoso che rivelava un cuore abitato dal silenzio. Sorriso rivelatore di un mondo interiore ricco di una umanità bella, attenta all’altro. Mente protesa verso un domani dove l’io ed il tu diventano un noi di fraternità, di condivisione, di gioia.

Don Franco è stato sempre abitato dal suo Maestro con il quale colloquiava in quel silenzioso mondo interiore dove il pastore e sacerdote grande, Cristo Gesù, lo abbracciava con la sua delicata presenza, vedendo in lui se stesso. Sì, il suo sacerdozio, don Franco l’ha vissuto nella condivisione totale con il suo Maestro, nella dolcezza dello sguardo, nella ricerca dello smarrito, nella mano che accarezzava, negli occhi che sprigionavano una luce che non veniva da lui, ma da molto lontano; nella voce forte e soave che esprimeva una presenza misteriosa ed efficace che gli permetteva di raggiungere il cuore.

Sì, chi si avvicinava a don Franco sentiva non solo il padre, il fratello, il maestro, l’amico, ma soprattutto il mistero di una presenza che andava oltre lui. Ed è proprio questa presenza misteriosa il segreto del suo sorriso, e potrei dire, anche del suo fascino che prendeva tutti. In don Franco abitava, da “padrone”, il Signore Gesù crocifisso (CLICCA QUI) con il quale parlava del mondo, della sua Lecce, dei suoi sacerdoti, della Chiesa sua madre che lo ha generato nella fede, che lo ha formato nel suo seno, lo ha plasmato sacerdote e della sua gente “bbona”.

In quei colloqui interiori con il suo Signore esprimeva il segreto della sua vita donata perché l’uomo che camminava incontrasse la luce, la pace, la riconciliazione con se stesso e con gli altri. La sua intelligenza, la sua arte poetica non sono state solo a servizio della cultura, ma soprattutto di quell’uomo bisognoso di sguardi luminosi, di mani tese nel dono del perdono, della giovialità, dell’amicizia che crea luce e calore.

Don Franco è stato un sacerdote di umanità autentica, capace di creare pace nei cuori, desiderio di essere di più, convivialità, fraternità: tipica forma del servizio del sacerdote che imparando dal suo Maestro dona ciò che ha ricevuto: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8) e don Franco ha dato a tutti coloro che l’hanno incontrato, seguito, amato, il segreto di quella semplicità che non viene dalle sole capacità umane, ma da quella Presenza misteriosa, ma tanto efficace, quale è quella di Cristo suo e nostro Signore.

Il segreto della “grandezza” di questo amico e padre è prima di tutto in quel cuore che ha ospitato il suo Maestro e che ora contempla gioioso nel paradiso.

Caro don Franco, amico e guida silenziosa dei miei anni di sacerdozio, fratello incomparabile, padre gioioso, continuerai ad essere sacerdote ancor più lì in Paradiso per tutti noi, per la tua e nostra amata Chiesa di Lecce e per tutti coloro che ti hanno ascoltato, accolto e che, grazie al tuo ministero sacerdotale, hanno conosciuto il Signore. Grazie per aver illuminato per tanti anni il nostro cammino. 

 

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